Nelle ultime quarantotto ore, hanno «svuotato» dieci casse di apparecchi per la distribuzione di bibite. Non si fermano, dunque, i colpi inanellati dalla banda specializzata in questo genere di assalti. Nel mirino ancora i distributori dislocati in tre scuole (quattro presso l'istituto «Galilei» di piazza Risorgimento, tre al liceo scientifico «Rummo» in via Santa Colomba, uno all'asilo di Sant'Angelo a Sasso) e altri due apparecchi nell'Asl di via Minghetti. In azione i carabinieri del nucleo radiomobile della Compagnia di Benevento e gli agenti delle volanti della Questura. La situazione, ormai, sta rappresentando una sorta di emergenza, visto che anche i danni diventano consistenti.
«Non solo dobbiamo provvedere a ripristinare le apparecchiature che restano danneggiate, perdiamo gli incassi e, inoltre, abbiamo dovuto reclutare nuovi dipendenti in modo da rendere più frequenti i prelievi dalle casse», spiega Luca Di Blasio, responsabile della ditta «Dimatic», con sede a Montesarchio, tra i maggiori gestori di queste apparecchiature.
«Nonostante l'impegno delle forze dell'ordine - aggiunge Di Blasio - i raid continuano e anche i danni aumentano». La società che gestisce le apparecchiature, al momento, ne ha collocate in tutto il Sannio circa trecento, di cui duecento solo nel capoluogo. Dove gli utenti, tra scuole e uffici, veleggiano intorno a quota diecimila. Del resto, la stessa società ha collocato le proprie apparecchiature presso la maggior parte delle scuole, incluse università e Asl.
Nel frattempo le difficoltà nel contrastare questo tipo di reati dipende anche dalla normativa vigente. Le forze dell'ordine, polizia e carabinieri, sono impegnati nel contrastare questi reati unitamente agli istituti di vigilanza, che hanno contratti di custodia per scuole e uffici.
Gli autori dei raid, infatti, devono essere bloccati sul fatto, in caso di arresto giudicati per direttissima per poi veder scattare la richiesta dei termini a difesa, con il conseguente ritorno in libertà. Le norme della Cartabia richiedono la denuncia da parte di chi ha subito il danno, altrimenti i ladri tornano in libertà. Gli inquirenti, infine, seguono una pista ben definita, tenendo anche conto dei precedenti furti e di chi, di volta in volta, è stato denunciato. Si potenziano anche i servizi notturni e si raccolgono elementi dalle telecamere collocate nelle zone colpite, nella speranza di cogliere i malviventi sul fatto.