Effetto Del Donno tra segni moderni e spiritualità arcaica

Il lavoro dell'artista arricchirà il museo di Pietrelcina

Effetto Del Donno tra segni moderni e spiritualità arcaica
di Alessandro P. Lombardo
Sabato 4 Marzo 2023, 08:58
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La spiritualità rurale e a tratti arcaica dell'entroterra campano e i linguaggi dell'arte contemporanea: pochi artisti come il sannita Antonio Del Donno, scomparso nell'autunno del 2020, hanno saputo tenere insieme così mirabilmente due anime tanto lontane, rendendo conto della complessità contraddittoria del presente e piegando persino le pratiche della pop-art in direzione di una «dimensione antropologicamente antichissima» (Filiberto Menna). È probabilmente la peculiarità di questa ricerca singolare, al contempo atavica e modernissima, che spiega la fortuna di molte opere del maestro, che continuano ad arricchire città, musei, fondazioni e istituti bancari, senza dimenticare il polo museale di Santa Croce del Sannio, paese d'origine del maestro.

Proprio tra la fine dell'anno e l'inizio di questo 2023 sono avvenute importanti acquisizioni dei "Vangeli" di Del Donno, famose tavole di legno vecchio recuperate, lavorate, incernierate con ferri e incise con caratteri a fuoco che riportano versetti delle Sacre Scritture. «Opere che spiega Alberto Molinari, curatore dell'archivio dell'artista riscuotono sempre più interesse da parte delle istituzioni religiose, da tempo desiderose di acquisire queste opere di forte simbologia».

Il primo "Vangelo" è stato acquisito dal Fondo assistenza sanitaria della Città del Vaticano (Fas), per l'interessamento del presidente del Fondo, monsignor Luigi Mistò, mentre il secondo è andato alla chiesa di Santa Maria della Concezione dei Cappuccini di Roma, a seguito dell'interesse del Rettore Gian Nicola Paladino. Un'altra opera della serie era approdata al Museo San Fedele di Milano: «Beati i puri di cuore», recita la tavola marchiata a fuoco dal gesto artistico.

Un altro lavoro di Del Donno arricchirà invece, nei prossimi giorni, il Museo civico di Pietrelcina: l'opera è stata trasferita al museo nel Palazzo De Tommasi-Bozzi nell'ambito della valorizzazione del patrimonio di arte contemporanea del Comune di Pietrelcina. La custodia dell'opera è stata affidata alla sede di Pietrelcina dell'Archeoclub, associazione culturale nata nel 1987, attualmente guidata da Paolo Tresca e affidataria, su autorizzazione del ministero per i beni e le attività culturali, dei materiali depositati presso il Palazzo De Tommasi-Bozzi. «Si accresce, quindi, il numero delle opere di Antonio Del Donno presenti nei musei italiani e in particolare in quelli del Sud Italia», commenta ancora Molinari.

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Si tratta di un collage che trasla il valore testimoniale dell'immagine fotografica, nello specifico un ritratto di Padre Pio, in una dimensione iconica postmoderna, recuperando il fondo aureo delle icone tradizionali, rinfrescato dall'immediatezza del tocco dell'artista sull'immagine.
Nelle mani di Del Donno, le pratiche di collage e assemblage sono diventate infatti uno strumento peculiare di "prelievo dalla realtà" attraverso cui condurre una ricerca artistica singolare e, al contempo, un'indagine estetica ed esistenziale di segno antropologico. I "Contenitori di luce", le "Tagliole" o i "Vangeli" dalle parole di fuoco hanno una spinta "religiosa" e al contempo richiamano il mondo della pubblicità, criticando il consumismo e la superficialità che spesso ci circonda, generando un corto circuito «universo tecnologicamente più avanzato e funzionamento primitivo della mente» (Menna). D'altronde, sosteneva l'artista citando Duchamp, «l'arte è una delle forme più alte di esistenza. A condizione, tuttavia, che il creatore sfugga a un doppio tranello: l'illusione dell'opera d'arte e la tentazione di assumere la maschera dell'artista».
 

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