Sant'Agata de' Goti, Ospedale Sant’Alfonso: patto sindaci-Morgante, salvo il pronto soccorso

Annullata l’assemblea dei primi cittadini. Per il Sannio concorso regionale è un flop

L'ospedale Sant'Alfonso de' Liguori
L'ospedale Sant'Alfonso de' Liguori
di Luella De Ciampis
Mercoledì 8 Maggio 2024, 00:00 - Ultimo agg. 09:18
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Trovato un accordo, scongiurata la chiusura del Pronto soccorso e annullata l'assemblea dei sindaci prevista per oggi pomeggio alle 16, nell'incontro di ieri mirato a discutere delle sorti del presidio ospedaliero di Sant'Agata de' Goti. È la sintesi del summit tra il direttore generale del Rummo Maria Morgante e i sindaci dei comuni di Benevento, Sant'Agata de' Goti, Apice, Limatola, Dugenta e Frasso Telesino: Clemente Mastella, Salvatore Riccio, Angelo Pepe, Domenico Parisi, Clemente Di Cerbo e Pasquale Viscusi. «Abbiamo avuto – ha affermato Mastella - segnali positivi dall'incontro con la manager, a conferma del fatto che la collaborazione tra istituzioni produce sempre effetti vantaggiosi.

Il Pronto soccorso del Sant'Alfonso non chiude e la struttura continuerà a funzionare in attesa del trasferimento dell'unità oncologica del Pascale di Napoli che rappresenta un ulteriore potenziamento per l'ospedale. Rivolgiamo un appello ai medici affinché rispondano alle richieste costanti che arrivano dall'azienda ospedaliera. In base ai dati comunicati oggi, al Sant'Alfonso vengono erogate 12.000 prestazioni all'anno e quindi bisogna tutelarlo.

Tuttavia, dobbiamo fare i conti con la carenza di personale medico, attivarci per reintegrarlo e continuare a fare sacrifici. È opportuno che, per chiarezza, io faccia un passaggio obbligatorio anche sull'autonomia differenziata estremamente deleteria per il nostro territorio perché rischia di far saltare anche l'ospedale cittadino, insieme a tutte le strutture più piccole. La popolazione deve essere messa al corrente di questa situazione. È di fondamentale importanza invertire la rotta e rendere più attrattivi i reparti dell'emergenza, incentivando i medici economicamente per arrestarne la fuga».

L’ex ministro poi incalza: «Gli innumerevoli concorsi attivati non sono serviti a reintegrare l'organico ma, d'altra parte, anche quando accettano l'incarico poi finiscono per andare via. Non è certo colpa dell'ospedale e della Regione se i compensi sono quelli che sono perché le decisioni al riguardo vanno prese in altre sedi. Se si spendono 2 miliardi all'anno su 14 destinati al Servizio sanitario nazionale, continueremo a trascinarci una crisi generalizzata che influirà in modo negativo sulla categoria dei medici, sempre più decisi a trovare soluzioni alternative». A fornire i dati più dettagliati sull'attuale situazione, il sindaco di Sant'Agata. «Il direttore generale – ha spiegato Riccio – ha assicurato che i turni in Pronto soccorso saranno assicurati oltre il 12 maggio, provvedendo di volta in volta a rinnovarli in attesa che la situazione cambi.

Il concorso unico regionale non ha sortito gli effetti sperati perché dei 363 medici dell'emergenza richiesti dalla Regione per colmare i vuoti di organico nelle strutture dell'intero territorio, solo 62 hanno risposto all'appello e 50 sono stati assunti. Ma nessuno ha scelto il Rummo che aveva chiesto 13 medici». Dunque la boccata di ossigeno attesa dal concorso regionale non è arrivata ed è svanita la possibilità di avere 8 medici dell'emergenza al Rummo e 5 al Sant'Alfonso per coprire i turni. Si sopperirà alle necessità di medici dell'emergenza con le ore aggiuntive e con le convenzioni esterne già attivate ma non si potrà continuare all'infinito su questa strada.

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«In un clima sereno e propositivo – ha concluso la direttrice generale del nosocomio Morgante – e di sincera collaborazione istituzionale, abbiamo discusso sulla necessità di trovare ogni possibile soluzione per mitigare i disagi che investiranno il Pronto soccorso di Sant'Agata. Dati alla mano, ho illustrato ai sindaci le difficoltà oggettive che incontriamo per reperire i medici dell'emergenza urgenza.

Abbiamo fatto di tutto per far fronte alle carenze di personale da destinare al Pronto soccorso, fortemente penalizzato da quiescenze ed esoneri dei dirigenti medici dai turni notturni. Continueremo fino a quando sarà possibile a chiedere la preziosa collaborazione dei professionisti in servizio che, con grande abnegazione e sacrificio, si impegnano per garantire la copertura dei turni h24 al pronto soccorso di Sant'Agata».

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