Santa Maria Capua Vetere, delitto Guarino: il Riesame scarcera l’albanese estradato dall’Inghilterra

Il muratore estradato dall'Inghilterra è ritenuto dall'accusa l'esecutore materiale dell'omicidio

Il Riesame
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di Biagio Salvati
Mercoledì 15 Maggio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 08:35
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Una marea di indizi e poche prove: l’inchiesta (bis) sull’omicidio di Pasquale Guarino, l'imprenditore agricolo di Santa Maria Capua Vetere ucciso a colpi di pistola nella sua azienda il 23 settembre 2015 durante una tentata rapina, viene fermata nuovamente da un provvedimento dei giudici.

Sono i giudici della dodicesima sezione del Tribunale del Riesame di Napoli che ieri hanno annullato l’ordinanza cautelare nei confronti Algert Datja, muratore 33enne, albanese di Tirana, ritenuto dall’accusa l'esecutore materiale. La motivazione, che sarà depositata nei prossimi giorni, secondo la difesa – rappresentata dagli avvocati Fabio Della Corte ed Emilio Martino – è riconducibile alla mancanza dei gravi indizi di colpevolezza, che è stata oggetto delle memorie presentate ai giudici compresa la sentenza di assoluzione della Cassazione e della Corte di Assise Appello di Napoli riguardante l’imputato assolto Argit Turshilla.

La nuova inchiesta vedeva Datja come utilizzatore di un’utenza compatibile con orario e luogo, ma senza altri elementi e riscontri rispetto all’unico atto investigativo che chiudeva la prova nei suoi confronti. L’albanese ora è libero e – salvo eventuale ritiro di passaporto – può tornare in Inghilterra per poi attendere il processo nel merito in Italia, in caso di rinvio a giudizio. Datja si consegnò lo scorso aprile, dopo circa 20 giorni dalla richiesta di estradizione avanzata dall’Italia all’Inghilterra, e fu arrestato all'aeroporto romano di Fiumicino. Ad attendere il presunto omicida allo scalo, c’erano i carabinieri della compagnia di Santa Maria Capua Vetere e la polizia di frontiera aerea, che gli notificò il mandato di arresto europeo previsto dal Taca (Trade and Cooperation Agreement) nell’ambito della convenzione che disciplina la consegna tra Stati dell’Unione Europea e Regno Unito.

Le indagini, che hanno portato all’individuazione dell’uomo ad Harrow, riguardano un’inchiesta bis della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ed eseguite dai carabinieri insieme all'Interpol e al Servizio per la cooperazione internazionale di polizia della direzione centrale della polizia criminale.

Il 33enne era stato riconosciuto (anche da alcune foto pubblicate sui social) come uno dei tre uomini autori della tentata rapina grazie ad alcune collocazioni delle celle telefoniche ed alcune testimonianze. Subito dopo il fatto però fuggì dall’Italia, prima a Perugia e poi nel Regno Unito, per cui c’è voluto del tempo per rintracciarlo.

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Nell’inchiesta sulla morte di Guarino è indagato anche l’altro 41enne albanese Roland Turshilla (anche lui all’epoca scarcerato in una prima fase), dipendente di Guarino al momento del fatto, ritenuto il basista del colpo, mentre il 28 marzo scorso un terzo albanese coinvolto, il 32enne Argit Turshilla, cugino di Roland, è stato assolto per mancanza di prove dalla Corte di Appello di Napoli, dopo aver trascorso cinque anni in carcere dal 2018, anno in cui fu estradato dell’Albania.

Secondo gli inquirenti, a rapinare Guarino furono in tre: tra questi il 33enne estradato dal Regno Unito, ritenuto colui che avrebbe sparato. L’obiettivo erano i tremila euro incassati al mercato da Guarino.

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