Poliziotta uccisa a Roma, choc a Marzano Appio: «Angelo con gli occhi blu»

Il nipote: "Da ragazza amava andare in bicicletta"

Pier Paola Romano
Pier Paola Romano
Marilu Mustodi Marilù Musto
Venerdì 2 Giugno 2023, 09:44 - Ultimo agg. 3 Giugno, 12:04
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«La ricordiamo tutti come la ragazza dagli occhi azzurri». L'ex sindaco storico di Marzano Appio, Eugenio Ferrucci, raccoglie tracce di memoria di ciò che ha lasciato Pier Paola Romano a Marzano, il suo paese di origine. Lei, bellissima e gentile, è l'ispettrice di polizia uccisa ieri a Roma. Almeno due i proiettili che le hanno trapassato la testa. A fare fuoco, nell'androne della sua abitazione di via Rosario Nicolò, nella zona di San Basilio, è stato un suo collega di ufficio: Massimiliano Carpineti che l'ha uccisa intorno alle 10 con la pistola di servizio. Dopo l'omicidio, però, il 46enne originario di Cori sarebbe salito a bordo di un'auto, una Chevrolet bianca: ha rivolto l'arma contro di sé e si è tolto la vita sparandosi un colpo sotto il mento. L'omicidio-suicidio ha sconvolto Marzano Appio. Se gli ultimi venti anni per Pier Paola sono stati contraddistinti dai ritmi frenetici della Capitale, la sua gioventù è stata segnata da momenti lenti, cadenzati, meno convulsi rispetto a Roma e, sicuramente, più tranquilli di quelli del commissariato di Sant'Ippolito nel quartiere Nomentano, dove prestava servizio prima di giungere alla Camera dei deputati. «La ricordo anche io da giovane, conoscevo i genitori, lei andò via presto, intorno ai 20 anni da qui», spiega l'attuale sindaco Antonio Conca. La famiglia di Pier Paola viveva nella frazione Campagnola, un'area al confine con altre cittadine dell'alto casertano, considerate un'isola felice dell'intera provincia. Da ieri, la dolcezza dell'andamento lento di Marzano è tormentata dalle domande e dai "perchè" di una tragedia simile.

Mentre la polizia di Stato tenta di ricostruire l'omicidio di Pier Paola a Roma, nella cittadina di Terra di Lavoro si prega e si rievocano i momenti dell'adolescenza della donna. «Ricordo che fin da giovane coltivava la sua passione di entrare in polizia», spiega il nipote Massimo, 51 anni di Roccamonfina. «Amava andare in bicicletta da ragazza, aveva una bici Graziella. Con lei ho trascorso qualche estate a casa degli zii e ricordo Pier Paola come una persona felice e piena di aspettative - continua - si è arruolata nel corpo della polizia di Stato nonostante il padre fosse contrario.

All'epoca per una donna entrare nelle forze dell'ordine era considerato pericoloso e mio zio si oppose perché era preoccupato».

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Per Pier Paola, però, indossare la divisa era il sogno di una vita. Così, oltre venti anni fa decise di trasferirsi a Roma con il marito originario di Pietramelara, oggi ispettore ai vertici del commissariato di Sant'Ippolito, mentre la sorella scelse di vivere a Roccamonfina. Altri parenti si spostarono, dopo di lei, dal "nido" di Marzano e, infatti, una cugina si trova a Caianello mentre solo un piccolo nucleo della famiglia con un zio vive ancora a Marzano. Stando alle prime indiscrezioni, Pier Paola qualche anno fa era stata trasferita nel distretto Sicurezza della Camera dei deputati, dove lavorava anche il suo assassino. «L'ultima volta le ho telefonato un paio di mesi fa», racconta ancora il nipote Massimo. «Era contentissima dell'entrata in polizia del figlio, ci siamo scambiati gli auguri perché anche mio figlio, tempo prima, era riuscito ad accedere all'Accademia. Ora mi sembra impossibile che non sia più con noi». Basita è rimasta l'intera comunità, ieri. Ma da oggi lo choc lascerà il posto al lutto. 

 

 

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