Ucciso a coltellate in piazza il prefetto convoca il vertice

Nella casa dell'arrestato vestiti sporchi di sangue, si cerca l'arma del delitto

Giuseppe Turco
Giuseppe Turco
di Marilù Musto
Sabato 1 Luglio 2023, 09:31 - Ultimo agg. 14:08
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«Quanto accaduto a Casal di Principe è un episodio di devianza giovanile che spaventa. L'attenzione della Prefettura su questi temi è altissima». Così il prefetto Giuseppe Castaldo dopo l'omicidio del 17enne Giuseppe Turco a Casal di Principe. «È stato convocato con la massima urgenza un comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza - ha continuato Castaldo - che si svolgerà martedì alle ore 12. Intanto, le indagini sono in corso. Il presunto responsabile è stato già individuato. E ciò evidenzia la pronta risposta delle forze dell'ordine». Se da un lato la Prefettura corre ai ripari, dall'altro Casal di Principe si ripiega sul dolore di una tragedia che poteva essere impedita. I cittadini muovono critiche al piano sicurezza in città e invocano controlli nei confronti degli stranieri con precedenti.

L'omicida, Anass Saaoud, marocchino di 20 anni, era noto alle forze dell'ordine per reati comuni ed era conosciuto proprio per essere un violento. I suoi amici, anche se ne aveva pochi, sono stati interrogati fino a notte fonda. Non ci sono, però, immagini disponibili nelle mani degli inquirenti, ma i carabinieri della Compagnia sono alla ricerca di alcuni video girati dai testimoni. «Giuseppe è un altro minore accoltellato per motivi futili, questi coltelli continuano ad uscire come se nulla fosse. Penso a questa madre che avrà il suo ergastolo come è accaduto a me. Sono distrutta da questa ennesima tragedia, noi mamme non ce la facciamo più», dice Amalia Di Iorio che porta la sua croce dal 7 aprile 2013, quando il suo Emanuele, allora 14enne, fu ucciso con un coltellata ad Aversa da un ragazzo che aveva 17 anni. Emanuele di Caterino è poi diventato un simbolo della «non violenza» a Casal di Principe ma anche a San Cipriano d'Aversa, dove Amalia Iorio vive.

Dopo dieci anni, l'assassino di Emanuele è ancora libero (l'altro ieri in Appello è stata chiesta una condanna a 10 anni).

Il padre di Giuseppe, Raffaele, intervistato ieri da Il Mattino, ha chiesto che ci sia una pena esemplare per l'omicida del figlio. In verità, c'è un punto ancora oscuro in tutta la vicenda: l'arma del delitto non è stata trovata dai militari. Quando i carabinieri sono andati a bussare a casa di Anass, ieri all'alba, hanno trovato in casa i pantaloni e la t-shirt sporchi di sangue, ma non c'era traccia del coltello.

Video

Basiti i testimoni del delitto: gli amici della vittima si sono ritrovati sul posto qualche minuto dopo. Qui, a Casal di Principe anche i luoghi parlano: piazza Villa, un tempo, era l'area dove sbucavano le vie in cui vivevano i boss della camorra, da via Firenze a via Bologna. Oggi non rappresentano più una enclave del clan. I cittadini denunciano una sorta di anarchia. «Questa piazza è allo sbando», dice un anziano seduto in panchina. «I negozi gestiti da stranieri - indica un uomo - restano aperti fino alle ore 22, mentre noi siamo obbligati a chiudere alle 20, è giustizia sociale questa? Nessuno controlla». «Quando c'era la camorra gli accoltellamenti non succedevano», spiega un altro anziano. «Noi - continua - non vogliamo i camorristi, ma la presenza dello Stato effettiva e, invece, quando ci rechiamo in Comune ci viene risposto che non ci sono fondi. Due settimane fa abbiamo presentato una petizione per corso Umberto I in cui chiedevamo alla polizia di bloccare i giovani che scorrazzano con le auto di grossa cilindrata lungo le strade spesso frequentate dai bambini, ma a quella petizione non abbiamo ricevuto alcuna risposta».

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