Bruno Montanè Krebs a Napoli: «Bolaño, le sue parole erano coraggio vivo»

Magmata, piccola casa editrice napoletana, pubblica per la prima volta in Italia i versi di Montanè Krebs

Bruno Montanè Krebs
Bruno Montanè Krebs
di Giovanni Chianelli
Martedì 7 Maggio 2024, 12:00
4 Minuti di Lettura

È la prima volta che Bruno Montanè Krebs è in Italia, a 67 anni. Il poeta ed editore cileno che con Roberto Bolaño e Mario Santiago contribuì alla diffusione del movimento infrarealista, filiazione latinoamericana del surrealismo, ha presentato nello spazio delle Scalze, per il festival «Libbra», il suo primo libro tradotto in italiano: La tua lingua è una luna calda (Magmata edizioni, pagine 114, euro 13), curato dallo scrittore Igor Esposito.

Un’antologia di liriche che Montanè ha scritto da quando, a metà degli anni ’70, ha iniziato a comporre.

Ammiratore di Dario Bellezza e Sandro Penna, è amico di Elio Pecora che ha scritto la prefazione del volume parlando di «un’opera che nasce dalla febbre del dire oltre il possibile e l'eccesso, in una ricerca inesausta di verità fuori da compromissione e ornamento». Nella prefazione si ricorda anche «la traduzione di Igor Esposito che restituisce vivezza e necessità a un libro vasto e complesso», mentre lo stesso Esposito sottolinea l’impegno dell’editore, Alfonso Gargano, nel credere in un’operazione editoriale sicuramente non mainstream. 

Montanè, partiamo dall’infrarealismo. Che movimento fu? E che salute gode a oltre 50 anni dal suo lancio? 
«Provocando direi che non è ancora nato, perciò non è mai morto. E non avendo programmi può dargli corpo anche chi non fa poesia né scrive, non necessariamente un intellettuale o un artista. Unico ingrediente: che sia contro il potere».

Un’esigenza, per voi, usare la poesia come forma di dissenso. 
«Nel Cile di Pinochet c’era una letteratura di regime, come in ogni dittatura fascista. C’erano gli impiegati delle lettere e chi a questo establishment si opponeva, come Mario Santiago ed Enrique Lihn. Roberto Bolaño ed io fummo costretti a emigrare, loro resistevano da dentro, fu encomiabile il loro impegno nel portare avanti progetti letterari anarchici e vitali. Pablo Neruda faceva poesia diversa dalla nostra ma nutrivamo lo stesso grande ammirazione per la sua figura perché era, come è noto, uno dei massimi contestatori della dittatura».

In riferimento a Bolaño, e a suoi libri come «I detective selvaggi», lei ha detto che «essere amici di un genio ha il suo prezzo». 
«Affrontava ogni forma di produzione in modo peculiare, con ironia e provocazione. E poi, sia quando produceva romanzi che quando creava poesia, teneva in massima considerazione l’idea del rischio che si corre: secondo lui per fare letteratura e per trovare parole vive c’è bisogno di coraggio, ricorre spesso nei suoi testi l’espressione “valentìa”. Diceva, ancora, che la creazione letteraria deve essere non solo un parto dell’intelletto ma un'espressione di empatia e di contatto con la vita». 

Veniamo al suo titolo, come nasce il titolo? 
«È il primo verso di una delle poesie, Vampata: Igor lo ha scelto come titolo perché è una frase sensuale e insieme una dichiarazione di intenti: la lingua del poeta deve bollire, muoversi continuamente per creare musicalità e ritmo».

Che tipo di poesie sono state selezionate? 
«Ho lasciato completa libertà a Igor di scegliere cosa preferiva, le poesie che gli parlavano di più o più lo interrogavano. Leggendo sono d’accordo con le sue decisioni: ci sono diverse liriche prive di orpelli ma gravide di immagini».

Spesso dice di non essere un poeta cileno o un autore che usa lo spagnolo. 
«Il poeta non ha un idioma legato alla sua terra ma una sua lingua, unica e irripetibile. Si esprime in un proprio idioletto che non ha molto a che fare, se non per ragioni funzionali, con la parlata d’origine. L’importante è la ricerca del suono e la corrispondenza tra significato e significante; per questo motivo nell'antologia compaiono diversi componimenti in cui si parla di poesia, piccoli manifesti su ciò che scrivere versi significa». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA