Emilio Gin e Ferdinando IV di Borbone: «La verità scomoda sul re manipolato dalle donne»

Non solo Croce: a denunciare la mollezza del re era stato il plenipotenziario Tanucci

Ferdinando IV di Borbone
Ferdinando IV di Borbone
di Ugo Cundari
Venerdì 24 Marzo 2023, 19:00
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Ferdinando IV è passato alla storia come sanguinario persecutore degli eroi del 1799, giustificato soltanto addossando la responsabilità politica del suo regno alla consorte Maria Carolina d'Asburgo: il re di Napoli sarebbe stato un sovrano sotto il costante pacchero della moglie. Croce parlò di un regnante «inconscio», dedito «alla caccia, alle femmine, alla buona tavola; e purché gli si lasciassero fare le dette cose, era pronto a intimare la guerra, a fuggire, a promettere, a spergiurare, a perdonare e ad uccidere, spesso ridendo allo spettacolo bizzarro». Al suo posto primeggiava, sempre secondo la vulgata crociana, una regina dallo «spirito torbido», mancante di «elevatezza mentale, accorgimento e prudenza, che fece di continuo il danno suo e di tutti».

Prima di Croce, a denunciare la mollezza del re era stato il plenipotenziario Tanucci, che informava puntualmente Carlo III su come stessero andando le cose a corte.

In più di una occasione testimoniò che il figlio si addormentava durante i consigli perché troppo stanco dopo aver passato la notte a fare festa o tutto il giorno a cacciare nelle sue tenute. Ferdinando IV arrivava a disertare gli incontri con i ministri per rimanere a dormire, e allora a prendere le decisioni era la «invadente e intemperante» moglie, fra l'altro amante di Acton che pure ci metteva del suo nel condizionare la politica estera. Il 18 aprile 1769 Tanucci si spinse a scrivere a Carlo III che ormai la regina «aveva preso il di sopra sul Re», mettendo completamente da parte i voleri di Ferdinando IV.

Secondo la storiografia, insomma, «tutte le svolte decisive della storia del regno sarebbero dipese dal micidiale intreccio tra la «fenomenale incoscienza di Ferdinando, l'ambizione del filoinglese Acton e l'instabilità della regina sino ai catastrofici eventi di fine secolo. Ma non andò così» scrive, nel tentativo di ribaltare la rappresentazione di un sovrano dandy e sottomesso alla moglie, lo storico dell'università di Salerno Emilio Gin in Ferdinando IV di Borbone (Rubbettino, pagine 182, euro 14). Per lui Ferdinando IV regnò con consapevolezza, quelli della moglie e del suo amante furono solo tentativi, inutili, di impadronirsi del potere, e Tanucci ebbe tutto il suo interesse per presentare un re incapace e asservito alla volontà muliebre, perché ne era il tutore e voleva prolungare il più a lungo possibile il suo ruolo. 

Ferdinando IV regnò prendendo le decisioni da solo, «alle riunioni mancò solo pochissime volte», ed era ben consapevole delle mire della moglie, che teneva a debita distanza. Grazie al lavoro di Gin adesso possiamo incolpare senza alcuna indecisione per gli errori storici Ferdinando IV, che se pure fu al centro di congiure e tentativi di condizionamenti, fu lui e solo lui l'artefice della politica borbonica che tra le tanti gravi colpe ebbe quella di reprimere nel sangue la Repubblica del 1799. 

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