Franco Battiato a fumetti con “L'alieno”: l'omaggio del napoletano Maurizio Di Bona

L'illustratore napoletano ha realizzato un volume celebrativo di tavole

Franco Battiato a fumetti con “L'alieno”
Franco Battiato a fumetti con “L'alieno”
di Giovanni Chianelli
Lunedì 15 Aprile 2024, 12:26 - Ultimo agg. 13:00
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«Lo sai che più si invecchia e più affiorano ricordi lontanissimi, come se fosse ieri» dice Franco Battiato a Manlio Sgalambro. E così il filosofo di Lentini fa: “Gennaio 1929, si chiamava Artemio Caccavale, padre napoletano e madre catanese, 6 anni, mi buttò la trottola che avevo intagliato con le mie manine…”. La battuta del cantautore è l’incipit di “Mesopotamia”, il brano che gli appassionati di musica potrebbero ricordare nella versione di Gianni Morandi “Che cosa resterà di me”.

Il resto nasce dalla fantasia e l'ironia dell’illustratore napoletano Maurizio Di Bona che così ha voluto omaggiare l’autore di “E ti vengo a cercare” a quasi 3 anni dalla scomparsa (terrena). Con un volume di vignette e di ricordi dei tanti amici, artisti e non, che hanno frequentato Battiato: “L’alieno” (Mimesis edizioni, 160 pagine, 15 euro), scritto a quattro mani con Alessio Cantarella che ha curato i contributi di, tra i tanti altri, Syusy Blady (che si è occupata della prefazione), Antonella Ruggiero, Mario Venuti, Enzo Avitabile, Andy Luotto, Juri Camisasca, Pippo Pollina e Ginevra Di Marco, meravigliosa voce che ha accompagnato il “santautore” in “L’ombra della luce”, “La stagione dell’amore” e diversi brani di “Gommalacca”.

Nei disegni di Di Bona entra un po’ tutta la vita e la produzione battiatesca: il volume inizia con una sua discografia a fumetti, album dopo album, mutazione dopo mutazione, da quando negli anni ’60 il musicista poteva somigliare a Dustin Hoffman in “Tootsie” alla fine, con quei tratti puri, essenziali, il sorriso permanente sotto la chioma imbiancata.

Poi c’è il puro divertimento, da fan sfegatato, dell’autore del libro: così le «Leggi del mondo» citate ne “La cura” diventano un libro da regalare a una fidanzata che ci rimane piuttosto male, il vento a 30 gradi sottozero di “Prospettiva Nevski” un ciclone che fa volare i malcapitati abitanti di San Pietroburgo, e il poveretto che si presenta al giudizio universale, quando Dio gli parla in inglese, ricorda che nei versi di “Il re del mondo” Battiato aveva detto che non serviva. E via così, giochi di segni e parole, florilegi che Di Bona ha pensato di innescare immaginando che al protagonista del volume non sarebbe dispiaciuto: “Perdermi allegramente nella galassia Battiato a satireggiare sull’alieno in oggetto mi è sembrato il modo più congeniale per ringraziare il Maestro dell’enorme eredità lasciata” scrive nella postfazione.

 

Perché lo sanno tutti che Franco, come lo chiamavano fan e sodali, era un uomo di spirito almeno quanto era bravo a comporre e rivoluzionare la musica. Lo sanno sicuramente gli altri celebrati nelle tavole: le muse antiche e nuove, da Milva a Carmen Consoli, passando per Giuni Russo e, naturalmente, Alice; lo sa Pollina (una chicca questo riferimento, come quello al poco conosciuto Campi magnetici), autore di “Finnegan’s Wake” in cui parla del libro più misterico di James Joyce, una canzone in cui mette - con timbro cristallino e iperuranico, ormai distante dai drammi della vita - un'indimenticabile invocazione ad Ermete Trismegisto: “Così in basso come in alto”.

Ci sono John Cage ed Karlheinz Stockhausen, gemelli ideali di sperimentazione per Battiato, c’è Jimi Hendrix la cui "Hey Joe" è coverizzata in “Ferro battuto”, e naturalmente Georges Ivanovic Gurdjieff e Renè Guènon, parti dell’immenso lascito di figure, dottrine e spunti che l’artista siciliano ha tramandato ai suoi tantissimi ammiratori, studiosi, filologi. Fino a “La porta dello spavento supremo”, cantata in “Dieci stratagemmi”, che Di Bona ha immaginato così: una enorme clessidra con lo sfondo scuro del cosmo, al centro la strettoia da cui passa la polvere identifica il bardo, ovvero lo stato liminale di transizione tra la vita e la morte per i buddisti; Battiato è sotto, disteso, mentre nel cielo si staglia il titolo del suo ultimo album, “Torneremo ancora”.

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