Umberto Saba, Storia e cronistoria di un poeta allo specchio

Il viaggio di Saba in sé stesso e nell'arte della poesia

Umberto Saba, Storia e cronistoria di un poeta allo specchio
Umberto Saba, Storia e cronistoria di un poeta allo specchio
di Giuseppe Montesano
Lunedì 29 Maggio 2023, 10:00
5 Minuti di Lettura

Il lettore di libri che scrive su queste pagine e consiglia spesso libri da leggere che vanno dai classici ai libri di scienza a i saggi alla poesia e a qualsiasi altra cosa che gli sembra buona, ci ha pensato a lungo alle parole di una scrittrice che ha decretato che Verga per i giovani è polveroso, e che pure Dante è un ferrovecchio, e che bisognerebbe leggere cose più semplici, attuali e alla portata dei pargoli. 

Be', ha pensato il lettore, e se fosse giusto? Vediamo... Svevo? Scriveva male, lo dicono anche i critici, e poi che noia La coscienza di Zeno!
Manzoni? Marò, questa monaca di Monza, ancora sta tipa di questi tempi smartissimi in cui una diciottenne manco sa più che significa «monaca»?
Leopardi? L'ostello, la Silvia, il verone, boh, tutte parole incomprensibili e per di più piene di pessimismo, che ai giovani li potrebbe disturbare!
E Montale? A questo tizio si dovrebbe dire tu vuo' fa l'Ermetico, ma chi t' o ffa fà, tu si' nato in Italì!
E Calvino? Ancora i partigiani e i nidi di ragno ora che i ragni li abbiamo sterminati e i partigiani non esistono nemmeno il 25 aprile?
E Gadda? Ah, quella è roba che può piacere, e per finta, solo agli intellettuali senza un cuore che ti porta e va!
Ma proprio mentre il lettore pensava questo, si è trovato tra le mani un libro intitolato Storia e cronistoria del Canzoniere, dove il Canzoniere è la raccolta di tutte le poesie di Saba, e ha letto: «Saba ha commessi molti errori.

Ma negare la poesia di Saba è negare l'evidenza di un fenomeno naturale... Perché si cercò sempre, o quasi sempre, non di negare quella poesia ma di diminuirne la vastità e la portata? Mala fede? Crediamo poco alla mala fede... La gente afferma o nega tutto quello che, per un motivo o per l'altro, le conviene di affermare o di negare. E quando non vuole vedere una cosa, non la vede...»

E di colpo, leggendo «la gente afferma o nega tutto quello che, per un motivo o per l'altro, le conviene di affermare o di negare», il lettore ha capito: ecco la spiegazione, molto piccola e semplice, della polemica.

Ma poi è stato percorso da un brivido: e se proprio le poesie di Saba fossero davvero superate e inutili? Tanto più che il critico di Storia e cronistoria del Canzoniere, quasi trecento pagine in cui viene analizzato il buono e il fallito nella poesia di Saba, è in realtà Umberto Saba in persona, che stanco di non essere capito, decise di scrivere un libro sulla sua poesia.

Gesù! Ma allora questo Saba non solo è superato, ma è pure un narcisista! E invece no, per niente, perché chi leggerà Storia e cronistoria del canzoniere, un libro introvabile da sessant'anni pubblicato ora negli Oscar Mondadori, resterà sbalordito, e non dal narcisismo presunto di Saba. Il lettore sarà presto affascinato da questa Storia e cronistoria in parte imparentata con Scorciatoie e raccontini che è uno dei capolavori di Saba, una Storia e cronistoria in cui il poeta mette insieme analisi delle sue poesie, racconti dell'infanzia e della maturità, acute interpretazioni freudiane, giudizi precisi su altri poeti, scavi nelle proprie nevrosi e nei propri giudizi, demolizioni di critici superficiali e uso di critici profondi, frammenti di vita personale e sintetiche analisi storiche con una scrittura limpidissima, e con un tono che non somiglia a quello di nessun altro.

Il viaggio di Saba in sé stesso, e nell'arte della poesia, si conclude con Saba che dice che lui ha spiegato come vorrebbe essere letto, ma ciò che conta in arte è la «vitalità» di un'opera nel tempo: vale a dire, nel tempo, le interpretazioni dei lettori.

 

Il gioco della letteratura è tutto qui: i libri si leggono, si interpretano, si reinterpretano, e, se hanno qualcosa di vitale, si continuano a leggere e a interpretare. L'idea che essi siano validi solo per e nell'attualità è distruttiva di ogni senso della lettura, è l'idea che guida quest'epoca a suicidare la sua mente nelle menti artificiali e nell'assenza di lettura che, ci ripetono le statistiche e gli scienziati, impoverisce non la «cultura», ma l'intelligenza stessa, la capacità di leggere il mondo reale.

E i risultati disastrosi di questo non saper leggere il mondo sono sotto gli occhi di tutti. O forse no: perché gli occhi degli analfabeti emotivi e mentali non vedono le stesse cose dei non analfabeti. Se non vogliamo porgere il cervello al cappio del boia di turno, impariamo a leggere il mondo, e Saba, e Verga, e Kafka, e Marziale, e Foster Wallace, e tutto ciò che è una lima viva per segare le sbarre delle nostre prigioni. 

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