«D.A.M.»: Maradona disegnato in forma astratta, ma è Diego art?

Alla Galleria Artiaco la personale di Jana Schröder

Una delle opere astratte di Maradona dell'artista Jana Schröder
Una delle opere astratte di Maradona dell'artista Jana Schröder
di Giovanni Chianelli
Mercoledì 1 Maggio 2024, 08:16
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Diego Armando Maradona è da tempo, a pieno titolo, un personaggio dell’arte, dopo esserlo stato del calcio, del cinema, del teatro, della letteratura, della canzone e di altri mille mondi ancora. Da quando se ne è andato riceve continuamente omaggi di scrittori, registi, pittori, mentre i murales che lo ritraggono a Napoli e altrove si moltiplicano. Era già stato oggetto di mostre pittoriche, ma quella che apre domani, alle 19 alla galleria Artiaco - dove resterà fino al 22 giugno - è decisamente quella che ritrae il campione argentino in maniera più astratta, nonostante il titolo, «D.A.M.», acronimo delle sue iniziali.

Le opere sono di un’artista tedesca, Jana Schröder, che non è appassionata di calcio, ma, racconta, «quando ho visitato Napoli per la prima volta sono rimasta stupita dall’entusiasmo che la città nutre per Maradona.

In Germania tendiamo ad abbandonare gli eroi dello sport quando non si esibiscono più, invece a Napoli non puoi camminare 5 metri senza vedere Diego in tutte le sue forme possibili. In mezzo a questa frenesia che va dall’amore alla devozione ma anche al commercio, una galleria fa da contrappeso: mi è sembrato un atto dovuto portarci il mio Maradona».

Giusto specificare «mio» perché le 22 opere in mostra non fanno pensare al D10S: sono 11 dipinti di grandi dimensioni in bianco e celeste contrapposti a colori differenti, dal verde acerbo all’arancio fino al rosa vivo. Simboleggiano, secondo l’artista, il Pibe de Oro che sfida i colori di altre squadre. «Sono compagini ideali che si affrontano: ho sempre avuto, pensando a lui, un'immagine in bianco e blu che gareggia contro un’altra di tonalità diversa. Non importa se esiste o meno l’altra squadra immaginata con queste “maglie”, a me non interessa il calcio ma mi attrae solo la passione per Maradona. Così la disposizione delle opere non segue l’andamento tipico, ho studiato un allestimento completamente diverso da quello che farei normalmente; lo definirei un display sportivo». Alle tele si aggiungono altri lavori su carta che riproducono una formazione fatta da portiere, difensori, centrocampisti e attaccanti schierati come in uno schema calcistico.

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Tutte le opere sono caratterizzate da linee stilizzate e macchie forti di colore: «L'artista, come Diego, deve ragionare e agire oltre il canone: così il mio processo di produzione pittorica è una ricerca del caos nell’ordine. Distribuisco le pennellate sulle tele o su carta mostrando un apparente confusione, invece provo a riprodurre una faticosa ricerca dell'armonia, un po’ come il campione argentino che rompeva schemi e aggirava ostacoli. Lui rappresenta per i napoletani la rivalsa. L’identificazione tra quel giovane cresciuto nella periferia più disagiata di Buenos Aires, con Napoli, squadra e città, ha fatto sì che il ricordo non si affievolisse nel tempo e che la sua figura diventasse mito».

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