Un'originale commistione di scatti d’epoca di Napoli e Capri accostate a schizzi ad inchiostro: Piere Yvesse Le-Duc porta in mostra fino al 19 Aprile da Gallerie Riunite insolite visioni di luoghi sospesi tra realtà e immaginazione.
“Magigonie”, una collage di oltre 100 pezzi, associazioni libere capaci di dar vita a nuovi significati, nuovi mondi.
Da una parte una serie di cartoline che riproducono i più iconici scorci napoletani e capresi, dall’altra un Mondo primordiale, o forse futuro, post-umano.
Un unicum tra fotografia e disegno: una passerella verso l’ignoto, dentro e fuori di sé, in cui la foto non è altro che un pretesto.
Un approccio psicanalitico, autoipnotico, all'arte contemporanea, veicolato da un meccanismo di iterazione e serialità.
Il progetto prende corpo da una ricerca che dura già da 10 anni. «Cerco di farmi complice del caos, della casualità, navigando senza remi né vele alla ricerca di orizzonti inaspettati», commenta l'artista, francese di nascita, napoletano d'adozione che ha voluto omaggiare la sua prima mostra presso la galleria di Chiaia ad un amico fraterno recentemente scomparso, Giampaolo Fazioli, soprannominato il Pinga.
La mostra è accompagnata da un elegante catalogo con i testi di Barbara Crespigni, Sandra Sannia e Alfredo de Dominicis, edito da Editoriale Scientifica, per un progetto grafico di Paolo Altieri Associati.