Come in un mosaico prende sempre più forma la riforma dei bonus edilizi che, con molta probabilità, il governo presenterà con la prossima legge di Bilancio. Prima è stato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ad annunciare la fine dei meccanismi automatici degli sconti fiscali. Una linea sposata anche dall’Upb, l’Ufficio parlamentare del Bilancio. E ora è il direttore del Dipartimento delle Finanze, Giovanni Spalletta, a fornire altri tasselli del puzzle. Parlando ieri in audizione in Senato, Spalletta ha spiegato che nelle future agevolazioni all’edilizia bisognerà dire addio «alle aliquote eccessivamente generose». Come quelle, per intenderci, del Superbonus. Non solo. Spalletta ha rivelato come in sede tecnica il suo dipartimento avesse suggerito di limitare al 50% tutti i bonus edilizi, solo con pochissime eccezioni al 60 e 70%. Ma ha anche spiegato che in futuro potrebbero essere necessarie «limitazioni più stringenti nei massimali di spesa» e sulle detrazioni dei lavori, mentre «la trasformazione dei crediti d’imposta in contributi diretti» dovrà passare «per procedure di autorizzazione preventiva». La linea cioè sostenuta da Giorgetti, senza automatismi. Il cantiere della riforma insomma è partito. E le modifiche potrebbero riguardare anche le «agevolazioni in scadenza al 31 dicembre 2024».
LA STRATEGIA
L’urgenza deriva dal fatto che pesa l’eredità del Superbonus, con un costo che ha sfondato la soglia dei 160 miliardi di euro e che taglia i margini anche alla prossima manovra, dove il governo avrà non poche difficoltà a confermare misure come il cuneo fiscale o allargare il taglio delle tasse.
LA GOVERNANCE
Tornando alla riforma delle agevolazioni, Spalletta ha spiegato che con la nuova governance fiscale europea non sono più compatibili «meccanismi dello sconto in fattura e della cessione del credito». Non a caso, il Mef ha dovuto inserire - come nell’ultimo decreto Superbonus presentato da Giorgetti nel marzo scorso - una serie di paletti, limitando al minimo le esenzioni, come nel caso di chi ha già fatto partire i lavori e delle opere nei comuni delle aree sismiche. Paletti che però avranno un impatto negativo minore a quello paventano. «La percentuale di lavori completati - ha segnalato Spalletta - è stata finora del 95,2%: ne consegue che circa il 5% dei lavori verrà probabilmente completata nel 2024 con l’aliquota ridotta del 70%». E sempre guardando al futuro, il presidente delle commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia, suggerisce «un maggiore coinvolgimento dei Comuni nelle verifiche». Ipotesi che piace anche a Ruffini.