Giulia Tramontano, a Sant'Antimo funerali con petali e palloncini bianchi: «L'amore non può far male»

Le urle disperate di mamma Loredana: «Figlia mia, è terribile»

I funerali di Giulia Tramontano
I funerali di Giulia Tramontano
di Fabio Jouakim
Lunedì 12 Giugno 2023, 07:00 - Ultimo agg. 18:00
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Una dolce e insieme straziante lettera dall'altare affidata alle parole della sorella Chiara, che tocca l'animo e lascia gli occhi lucidi ai tanti familiari e amici che gremiscono la chiesa di Santa Lucia a Sant'Antimo. L'addio a Giulia Tramontano, 29 anni, incinta di sette mesi del suo Thiago e uccisa dal compagno, è doloroso e insieme composto, con una cerimonia in forma privata come disposto dalla famiglia. La città rispetta la volontà e non assedia la chiesa, ma si raccoglie silenziosa davanti alla parrocchia di via Roma già molto prima dell'inizio della cerimonia, prevista alle 15. Saranno oltre seicento le persone che poi alle 16, all'uscita del feretro, faranno scoppiare un lungo applauso, indosseranno magliette bianche con su scritto «L'amore non può fare male, Giulia e Thiago sarete sempre con noi» e lanceranno in cielo palloncini bianchi e azzurri, oltre alle tante persone che saluteranno il feretro dai balconi o dal bordo della strada, nel breve percorso tra la chiesa e l'abitazione dei Tramontano.

Via Roma è chiusa al traffico, davanti alla chiesa fiori bianchi, fuori telecamere e giornalisti. L'ingresso è presidiato da polizia e carabinieri. La bara di Giulia arriva alle 13.45, sui manifesti funebri all'esterno della parrocchia oltre a quello della ragazza c'è il nome di Thiago. Su uno striscione si legge «L'amore regala e non priva, protegge e non uccide», con un disegno che rappresenta Giulia e Thiago con ali d'angelo e la madre che dice al piccolo: «Chiudiamo gli occhi, li aprirai in un posto migliore, promesso». È firmato dalle mamme del centro Rodi, la struttura di terapia e riabilitazione dove la mamma di Giulia, Loredana, si impegna per i pazienti. Ad officiare i funerali il vescovo della Diocesi di Aversa, Angelo Spinillo, insieme al parroco della chiesa di Santa Lucia, Salvatore Coviello, che da tempo conosce la famiglia: in chiesa anche altri sacerdoti provenienti dal comprensorio. Proprio Coviello racconta la struggente lettera di Chiara, della speranza in famiglia di diventare presto buoni nonni o buoni zii dopo l'attesa nascita di Thiago, un proposito spezzato dal dramma due mesi prima del parto. O del timore di un genitore nel sapere che la figlia andrà a vivere al Nord, unito alla certezza e all'orgoglio che tutto questo faccia parte del suo percorso di crescita. Intanto, all'esterno della chiesa, lacrime e dolore scuotono una Sant'Antimo stordita dalla violenza di queste settimane, dopo il duplice omicidio di Maria Brigida Pisacane e Luigi Cammisa, i cognati uccisi giovedì dal suocero Raffaele Caiazzo. «Questa violenza è la punta di un iceberg del disagio - dice don Coviello - L'amore che è dono è stato vissuto in modo malato, come possesso, ostacolo e distruzione».

Prima di entrare in chiesa, monsignor Spinillo descrive Giulia come «una martire, una testimone della verità perché portava la vita dentro di sé.

Una presenza che ci parla con il suo silenzio». Usando poi parole pesanti come pietre, riferendosi alle donne e agli «incontri chiarificatori» che diventano fatali per mano dei carnefici: «Si è detto alle donne di non andare a questi incontri, ed è vero e giusto. Chi vuole chiarire vuole solo affermare se stesso, la sua violenza e il suo egoismo. Abbiamo perso la capacità di rapportarci alla verità e di riconoscerla». E sull'assassino di Giulia e Thiago: «Il perdono? È proprio dei cristiani. Ma ha un punto di appoggio insostituibile: bisogna chiederlo. E chi lo chiede deve essere consapevole e desideroso di costruire qualcosa di nuovo. Non vuol dire dimenticare il male che si è fatto».

 

Il sindaco di Sant'Antimo Massimo Buonanno, presente in chiesa, proclama il lutto cittadino: sospesa la manifestazione pubblica prevista ieri in occasione dei festeggiamenti del santo patrono. «Da domani - dice - quando si saranno spenti i clamori, i familiari saranno soli con il loro dolore. È allora che Sant'Antimo deve dimostrare di essere una comunità e abbracciare la famiglia Tramontano» Anche a Senago, il paese in provincia di Milano teatro della tragedia, dove Giulia si era trasferita per lavoro, lutto cittadino disposto dal sindaco Magda Beretta, presente ieri in chiesa. Senza nessun appuntamento, né alcuna comunicazione ufficiale, alle 15, nella stessa ora in cui a Sant'Antimo si celebrava il funerale, gli abitanti di Senago hanno cominciato a riunirsi nel punto dove il corpo senza vita di Giulia Tramontano era stato abbandonato, in via Monte Rosa, davanti al murales che è stato realizzato. In chiesa i gonfaloni del comune milanese, di quello di Sant'Antimo e della Regione, mentre il sindaco di Napoli e della Città metropolitana Gaetano Manfredi dice alle agenzie: «Nel pieno rispetto per la scelta di celebrare funerali in forma privata, rivolgo un abbraccio alla famiglia di Giulia Tramontano e all'intera comunità di Sant'Antimo».

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Dopo la cerimonia il corteo funebre percorre i circa duecento metri che separano la chiesa dall'abitazione dei Tramontano in via Lamprakis, dove anche Giulia ha vissuto prima di trasferirsi a Senago. Dai balconi piovono petali, nel silenzio sospeso si sente solo il sommesso e disperato lamento di mamma Loredana: «Figlia mia, è terribile». A sorreggerla il marito Franco e la figlia Chiara, affiancata dal fratello Mario. L'ultima carezza alla bara, un grazie sussurrato ai vicini, poi la famiglia si dirige verso il cimitero di Sant'Antimo, dove Giulia verrà sepolta. Intanto davanti al palazzo, tra ceri e fiori e un altarino improvvisato su una panchina, spunta un manifesto: «Giustizia per Giulia e Thiago». 

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