Capitale italiana della Cultura 2027, la sfida di Pompei: «Uniamo storia e fede»

La rinascita dopo il crollo delle domus nel 2010, in campo anche il ministro Sangiuliano

Pompei
Pompei
di Raffaele Perrotta
Martedì 7 Maggio 2024, 11:00 - Ultimo agg. 12:44
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Pompei lancia la sfida e si candida a Capitale italiana della Cultura 2027 con i suoi oltre due millenni di storia antica e un secolo e mezzo di quella recente. Un nome noto in ogni angolo del mondo, gli stessi luoghi da dove provengono i milioni di turisti che tutti gli anni varcano le porte del parco archeologico per ammirare la bellezza della città romana che l’evento drammatico del Vesuvio del 79 dopo Cristo ha permesso di conservare fino ai giorni nostri, e quelli che visitano il santuario della beata Vergine del Rosario dedicato alla pace nel mondo. Un connubio tra cultura e fede (sette milioni di presenze turistiche lo scorso anno) che l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Carmine Lo Sapio si appresta ad inserire nel più complesso progetto che entro settembre consegnerà per proporre la candidatura della città.

La svolta

Un territorio che in oltre un decennio è cambiato profondamente, aprendosi sempre più al mondo che ogni giorno lo attraversa, diventando più accogliente e guardando al turismo come fenomeno stanziale e quota significativa dell’economia locale, non più solo come numero di ingressi agli scavi. Spartiacque di questo cambiamento, anche questa volta, un evento drammatico: il crollo nel novembre 2010 della Schola Armaturarum, la palestra dei gladiatori.

In quel momento l’attenzione dell’Italia e ancor più dell’Europa si sono accesi sulla necessità di preservare l’immenso patrimonio archeologico che ogni giorno ci rivela sempre nuove scoperte e per il quale il ministro Sangiuliano ha garantito ulteriori finanziamenti.

Insieme alla conservazione e al restauro della città romana anche quella nuova ha iniziato a cambiare volto: i numeri dell’ospitalità e dell’accoglienza sono uno dei misuratori di questo mutamento con gli uffici comunali che hanno censito più di 350 strutture tra b&b e affittacamere. Quindi ristoranti e bar che hanno trasformato alcune delle strade principali, una di queste via Lepanto diventata completamente pedonale, rendendo la città un punto di riferimento per la movida.

Alla cultura e alla fede negli ultimi anni, soprattutto dopo le restrizioni covid, l’amministrazione ha unito una serie di eventi di risonanza nazionale e internazionale, alcuni dei quali tenuti all’interno del parco archeologico. «Questi sono il motore della nostra economia», ha spiegato il sindaco che sta lavorando ai nomi degli artisti che saranno presenti quest’anno. Ma non solo musica e spettacoli. «Tra qualche giorno la carovana del Giro d’Italia partirà da qui, da piazza Bartolo Longo, dopo la tappa che terminerà a Napoli. È un avvenimento di portata storica che mancava da decenni. Inoltre, stiamo lavorando insieme al Parco archeologico per un percorso notturno illuminato non di pochi giorni o settimane, come già fanno da tempo, ma che duri tutto l’anno. Pompei è visitata dai turisti da gennaio a dicembre ed è giusto che in ogni periodo dell’anno si possa godere di notte della bellezza dei nostri scavi. Poi c’è il Giubileo al quale vogliamo partecipare da protagonisti, a differenza di quanto accaduto nel 2000. Stiamo rifacendo la piazza per renderla più ospitale ai pellegrini che da tutto il mondo verranno ad omaggiare la Vergine del Rosario». 

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I confini

La candidatura di Pompei, nelle intenzioni del sindaco, racchiude la proposta di valorizzazione dell’intero territorio vesuviano. «Ho sempre creduto che sia indispensabile abbattere i confini ed è quello che sto facendo dall’inizio del mio mandato - ha continuato il capo dell’amministrazione -. Abbiamo di nuovo l’accesso al mare, con l’accordo con Marina di Stabia denominata anche Porto di Pompei. Da lì ci colleghiamo alle isole e queste si collegano più facilmente a noi. Stiamo lavorando per l’apertura di Porta Vesuvio, così una decina di comuni dell’entroterra possono proiettarsi in maniera più diretta sugli scavi». Lo Sapio ha ricordato tra l’altro, la prossima apertura del Maximall Pompeii, il parco commerciale di Torre Annunziata tra i più grandi d’Europa. «Le amministrazioni passate osteggiavano l’utilizzo del nome, io vado in direzione contraria. Con l’amministrazione - dice - stiamo studiando una convenzione affinché il complesso si chiami Pompei. La struttura sarà dotata di un grande centro congressi che potrà permettere all’intero territorio di diventare un centro convegnistico nazionale».

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