Zuchtriegel: «Una “Grande Pompei”, così vinciamo la sfida»

Comune, Parco Archeologico e Santuario insieme, in una sola anima

Il direttore Gabriel Zuchtriegel
Il direttore Gabriel Zuchtriegel
di Susy Malafronte
Mercoledì 8 Maggio 2024, 06:44 - Ultimo agg. 17:51
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Comune, Parco Archeologico e Santuario insieme, in una sola anima, per fare di Pompei la Capitale Italiana della Cultura 2027. Una sfida ambiziosa che Pompei è sicura di vincere. Come sicuro è il direttore generale del Parco Archeologico Gabriel Zuchtriegel. Il Parco alla fine del 2023 ha dato il benvenuto al suo visitatore numero quattro milioni. Una cifra che rappresenta un record nella storia degli Scavi, il numero più alto di presenze mai raggiunte nel sito archeologico.

Secondo Lei perché le antiche domus sono così ricercate?

«Perché Pompei è in qualche modo la capitale dell’archeologia, non solo a causa del patrimonio così vasto e ben conservato, ma anche perché gli Scavi sono stati fondamentali per la nascita delle moderne discipline dell’archeologia e del restauro, nelle quali l’Italia è oggi riconosciuta come una eccellenza a livello mondiale».

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Lei prevede che nel 2024 i visitatori aumenteranno?

«Nei primi mesi dell’anno registriamo ancora un aumento, ma per noi questo significa anche avviare una riflessione: come possiamo promuovere una Pompei più “slow”, incentivare la visita degli altri siti, come Boscoreale, Torre Annunziata, le ville e il museo di Stabia? Il 27 aprile, giorno a pagamento regolare, sono entrate 22.629 persone, un record assoluto, mentre nelle prime domeniche, a ingresso gratuito, dei mesi aprile e maggio abbiamo registrato tra 32 e 33mila ingressi in una sola giornata.

La sfida è la quadratura del cerchio: continuare a sviluppare il territorio culturalmente e anche economicamente senza creare un turismo di massa a Pompei e una pressione antropica eccessiva. Credo che in questo la “Grande Pompei”, la rete di siti collegati con la navetta e un biglietto valido per tre giorni, saranno centrali».

Merito delle nuove scoperte unitamente all’offerta di nuovi servizi?

«Sicuramente il tema dei servizi è essenziale. Stiamo lavorando su ristorazione, bagni, spazi per mostre e depositi visitabili. Questa estate lanceremo il nostro “Children Museum”, per creare un’offerta per bambini e famiglie che vengono qui. Il museo archeologico di Stabia, nella Reggia di Quisisana a Castellammare, ci dà molte soddisfazioni e consiglio a tutti la visita di questo luogo unico e di grande valore, anche se lì il tema dei collegamenti rimane centrale e ne vorrei parlare con l’amministrazione comunale stabiese appena si sarà insediata dopo le elezioni».

Può anticipare qualche nuova scoperta?

«Nella regio IX, insula 10, stiamo scavando nella casa a fianco a quella con il panificio di Aulus Rustius Verus. Dal momento delle prime esplorazioni dell’area a fine Ottocento, si pensava sempre che fosse una lavanderia, ovvero una fullonica, il che effettivamente potrebbe cogliere nel vero. Ma credo che lì dentro si svolgessero anche altre attività, c’è un antico bagno, molto semplice, senza vasche e riscaldamento, praticamente una stanza per fare la doccia. Stiamo cercando di comprendere cosa significa e come poteva funzionare».

Il sindaco Lo Sapio ha candidato Pompei a Capitale Italiana della Cultura 2027 anticipando che nella cabina di regia, per la realizzazione dei progetti lei e l’arcivescovo avranno un posto d’onore. Lei quale proposta progettuale ha in mente per “sorprendere” la giuria?

«La sfida per Pompei è di dimostrare di non essere “solo”, tra virgolette, una capitale dell’archeologia e una meta per tanti pellegrini, ma anche una città viva, culturalmente fiorente e variegata. Il nostro progetto di un percorso illuminato che parte da Porta Anfiteatro e l’illuminazione delle mura di Porta Nocera vanno nella direzione di una maggiore integrazione tra città antica e città contemporanea; siamo contenti che il Comune ci affianca in questa impresa con un importante contributo economico. Lo stesso vale per il progetto “Sogno di Volare” che andrà in scena il 25 e il 26 maggio a Pompei, tutti sono invitati al Teatro Grande, dove 100 adolescenti di Pompei e altri centri vesuviani porteranno in scena una commedia di Aristofane».

Ci può anticipare il percorso notturno progettato insieme al Comune?

«L’idea è di entrare da Porta Anfiteatro, dunque dalla parte degli Scavi più vicina al centro moderno, e di arrivare, attraverso via dell’Abbondanza, all’insula dei Casti Amanti da dove si potrà salire, anche in ascensore, alla Casina dell’Aquila dove stiamo allestendo il ristorante del sito. In futuro vorremmo collegare questo percorso al polo di San Paolino dove saranno creati nuovi spazi per mostre temporanee e depositi. La biblioteca, ubicata nella stessa area, sarà presto riaperta al pubblico, puntiamo su una data tra giugno e luglio».

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