Nola, allarme per i Regi Lagni: «Più fondi per la bonifica»

Appello per chiedere nuove risorse. Proposto un osservatorio permanente

Il meeting di Nola sul progetto per il bosco lineare dei Regi Lagni
Il meeting di Nola sul progetto per il bosco lineare dei Regi Lagni
di Carmen Fusco
Martedì 16 Aprile 2024, 23:50 - Ultimo agg. 17 Aprile, 07:09
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Trentotto milioni di euro, la prima tranche di fondi per il più grande progetto di riqualificazione ambientale e di riduzione del rischio alluvioni dei Regi Lagni. Con Napoli, Caserta ed Avellino tre province coinvolte per un totale di oltre 95 Comuni che fino ad oggi hanno pagato un caro prezzo al disinteresse ed al degrado. L’operazione punta a trasformare quegli alvei fatti costruire dai Borbone e ora diventati discariche nei «Giardini d’Europa».

Disinfestazione, dragaggio dei sedimenti che si sono accumulati nel corso degli anni e che hanno riempito i letti dei corsi d’acqua aumentando il rischio di esondazioni, rimozione delle montagne di rifiuti, ripristino degli argini e valorizzazione delle aree circostanti con la creazione di boschi lineari e di aree attrezzate. Lo prevede il progetto mutuato dall’architetto Kipar che lo disegnò nel 2009 per la giunta regionale all’epoca guidata da Antonio Bassolino e poi rispolverato da Mara Carfagna che da ministro per il Sud lo finanziò, nel 2022, nell’ambito del Cis «Terra dei Fuochi» prevedendone l’estensione agli affluenti dei Regi Lagni denominati alveo Quindici, Alveo Gaudo e Boscofangone. Ci lavora il Consorzio di Bonifica del Volturno, su spinta dell’Agenzia di Sviluppo dei Comuni dell’Area Nolana il cui background in tema di rischi naturali e di monitoraggio ambientale ha consentito l’identificazione del territorio da coinvolgere per non vanificarne gli effetti: avviate le procedure di gara per la redazione del progetto esecutivo, i lavori dovranno concludersi entro il 2026. 

Fin qui tutto bene, così come gli ulteriori otto milioni stanziati dalla Regione Campania per arginare il rischio allagamenti in città come Nola «che – ha ricordato il presidente del consiglio comunale Francesco Pizzella – grazie alla manutenzione straordinaria è riuscita a contrastare gli allagamenti». Ma c’è un però ed costituito dal timore che esauriti i fondi per realizzare la prima parte degli interventi non saranno più stanziate le altre risorse per completare l’opera. Da qui l’idea di un osservatorio permanente lanciata da Gianfranco Nappi, all’epoca assessore all’agricoltura della giunta Bassolino, nel corso del convegno che a Nola ha visto la partecipazione di Mara Carfagna. «Siamo preoccupati perché non vediamo la necessaria tensione – ha infatti sottolineato Gianfranco Nappi – su un progetto che può cambiare la vita in tutta la Campania».

Il pericolo risiederebbe nei mancati stanziamenti futuri.

«Non voglio pensare – ha sottolineato Mara Carfagna – al fallimento di un percorso che restituirà dignità ai cittadini di una terra troppo a lungo martoriata. La bonifica è una speranza ultradecennale che contrasta con il malcostume di voler ricominciare tutto d’accapo». «Intorno ai Regi Lagni – le ha fatto eco Paolo Russo, che da consigliere del ministro per il Sud ha seguito direttamente l’iniziativa – vive oltre un milione di persone. È per loro che bisogna vigilare per portare il processo a compimento».

Tra le avvertenze anche quella lanciata da Vincenzo Caprio, amministratore unico dell’Agenzia di Sviluppo dei Comuni dell’area nolana: «I Contratti istituzionali di Sviluppo a differenza del Pnrr, che detta scadenze intermedie, sono tenuti a rispettare un’unica data: quella della conclusione dei lavori. Senza fiato sul collo il rischio di perdere i finanziamenti è dietro l’angolo considerati anche i ritardi dovuti alla soppressione dell’Agenzia per la Coesione».

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