Sant'Antimo: gambe amputate, nessun colpevole. Le lacrime di Gaetano in tribunale

Il ragazzo era stato ferito a colpi di pistola dopo una lite nel traffico: assolti i tre imputati

Gaetano Barbuto Ferraiuolo in attesa della sentenza
Gaetano Barbuto Ferraiuolo in attesa della sentenza
di Marco Di Caterino
Giovedì 23 Marzo 2023, 23:55 - Ultimo agg. 24 Marzo, 13:05
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Clamorosa e del tutto inaspettata sentenza, che assolve per non aver commesso il fatto i tre imputati, Antonio Sgamato, 26 anni, Antimo Belardo, 28 anni (entrambi di Sant’Antimo), e Raffaele Chiacchio, 19 anni (di Grumo Nevano), a processo in stato di libertà perché ritenuti dalla Procura di Napoli Nord i responsabili del brutale ferimento a colpi di pistola di Gaetano Barbuto Ferraiuolo, 21 anni, avvenuto nella notte tra il 20 e il 21 settembre del 2020, al corso Europa di Sant’Antimo, in seguito a una lite per motivi di viabilità. «Sono sconvolto, questa non è giustizia», le uniche parole di Gaetano, prima di scoppiare in un pianto dirotto.

Le ferite provocate dall’esplosione di ben sei colpi di grosso calibro, costrinsero i medici del Cardarelli ad amputare gli arti inferiori di Gaetano, poi costretto a subire altri dolorosi interventi (per una pericolosa infezione furono amputati anche parti dei moncherini). «Oggi è il giorno della giustizia» aveva però commentato Gaetano, fiducioso, sorridente, ieri mattina alle 11 mentre sulla sedia a rotelle entrava in aula dove si sarebbe tenuta la seconda udienza del processo con il rito abbreviato che aveva chiesto e ottenuto l’avvocato Beatrice Salegna, difensore unico dei tre imputati. 

L’udienza è iniziata con la veemente arringa della difesa, durata più di un’ora, sotto lo sguardo attento di Gaetano, circondato dalla mamma Francesca Marotta, dalle zie e dai nipoti.

Tutti rigorosamente in silenzio e senza commentare, neanche con le espressioni del volto, le parole dell’avvocato degli imputati. Una dignità, quella di Gaetano e dei suoi famigliari, davvero molto rara vista la forte tensione emotiva. L’avvocato Salegna ha smontato pezzo per pezzo l’impianto accusatorio, ha analizzato punto per punto le prove a carico degli imputati, ha sostenuto che le indagini e il successivo rapporto dei carabinieri erano lacunosi, che erano indirizzati solo verso i suoi assistiti tralasciando «colpevolmente altre piste» che avrebbero potuto portare gli inquirenti sulle tracce dei veri responsabili del barbaro ferimento.

Nel tritacarne del difensore sono finite anche le testimonianze che indicavano gli imputati quali responsabili dell’agguato. Persino la testimonianza dello stesso Gaetano, che solo dopo alcuni giorni indicò ai carabinieri chi era stato a ridurlo in quel modo, è stata messa in dubbio. Al punto che Gaetano, fino a quel momento in silenzio, si è rivolto ai giornalisti presenti: «Non so quante volte ho dichiarato che il riconoscimento tardivo era motivato dal mio stato fisico. Vedersi ridotto a metà, senza gambe, mi aveva sconvolto. Poi, anche se impaurito per eventuali ritorsioni contro la mia famiglia, mi sono convinto a rivelare ai carabinieri i nomi dei miei aggressori». 

L’arringa dell’avvocato Salegna si è conclusa con la richiesta al gip del Tribunale di Napoli Nord, Daniele Grunieri, di assolvere per non aver commesso il fatto i suoi tre assistiti, rinviati a giudizio, secondo il loro difensore «senza nemmeno una prova certa, riscontrabile e univoca». Al termine, il sostituto procuratore Veronica Soriano (che nella prima udienza aveva chiesto la condanna a dodici anni di carcere per i tre imputati) ha chiesto al gip una pausa di mezz'ora per analizzare e controbattere le argomentazioni della difesa.

Ma i trenta minuti sono diventati novanta. Il pm ha ribadito la bontà delle prove, tanto che i tre imputati erano stati rinviati a giudizio, ha sottolineato che il rito abbreviato comporta la cristallizzazione delle prove fin lì raccolte, ha definito «scorretto» l’atteggiamento del difensore che nella sua arringa ha sollevato moltissimi dubbi. Poi il gip Gruneri si è ritirato per decidere. «Sono fiducioso nella legge e nella giustizia. Domenica parto per Bologna, per iniziare il difficile percorso di riabilitazione. Così sarò più sicuro quando finalmente potrò camminare con le protesi», ha detto Gaetano nella lunghissima attesa della sentenza. 

Poco dopo le 17 il gip è rientrato in aula e ha letto la sentenza di assoluzione dei tre imputati per non aver commesso il fatto. Nell’aula è calato un freddo silenzio. Nessuno ha avuto neanche la forza di gridare, le lacrime di Gaetano si sono unite a quelle della mamma. «Sono deluso, spaventato, sotto choc, questa non è giustizia», le uniche parole di Gaetano, prima di chiudersi in un cupo silenzio. L’avvocato di parte civile Carlo De Stavola ha già preannunciato il ricorso in appello. Vibrate le proteste da parte del deputato dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. «È una sentenza choc. Continueremo a lottare fino a quando non sarà fatta giustizia per Gaetano».

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