Sorrento, rianimazione nuova ma resta chiusa: manca il collaudo

I lavori in ospedale sono finiti da mesi ma la terapia intensiva non può entrare in funzione

La sala di rianimazione inutilizzata dell'ospedale di Sorrento
La sala di rianimazione inutilizzata dell'ospedale di Sorrento
di Massimiliano D'Esposito
Martedì 16 Aprile 2024, 23:45 - Ultimo agg. 17 Aprile, 10:26
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Pareti tinteggiate, apparecchiature all’avanguardia in parte ancora avvolte nel cellophane, mobili nuovi. È come appare il reparto di rianimazione dell’ospedale di Sorrento a chi entra dalla porta. Peccato solo che tutto sia ricoperto dalla polvere. Già perché i letti sono rigorosamente vuoti ed i pazienti che necessitano di terapie di sostegno delle funzioni vitali vengono trasferiti in altre strutture sanitarie. Il motivo? La mancanza delle certificazioni di collaudo che consentano di attivare l’unità operativa complessa.

Una questione che si trascina da tempo visto che i lavori sono iniziati 18 mesi fa e si sono conclusi agli inizi dell’anno. In precedenza la terapia intensiva era ubicata al piano terra del Santa Maria della Misericordia, nei pressi del pronto soccorso.

Poi si è deciso di trasferirla al primo piano. In questo modo si recuperavano spazi da destinare agli accessi di emergenza e si garantiva una superficie più ampia all’assistenza di ammalati gravi. Lavori che hanno restituito un reparto di rianimazione all’avanguardia.

Il primario, Matilde De Falco, è entusiasta del risultato. «Abbiamo realizzato un accesso riservato ai parenti degli ammalati dove hanno modo di parlare con un medico prima di incontrare i propri congiunti - spiega -. Poi passano attraverso lo spogliatoio dove lasciano gli effetti personali ed indossano camici, mascherine ed indumenti asettici prima di accedere alla sala. Il tutto per tutelare le persone ricoverate».

La nuova struttura dispone di otto posti letto, uno in più di prima. «È per i pazienti che non possono condividere la stanza con altri - chiarisce De Falco -. Però per evitare che si possano sentire isolati abbiamo previsto una grande vetrata attraverso la quale è possibile osservare tutto ciò che accade nell’ambiente accanto».

Sempre per la salvaguardia degli ammalati previsti percorsi dedicati per il primo accesso alla terapia intensiva e la stabilizzazione, solo a quel punto è possibile raggiungere il posto letto assegnato. Il personale, invece, accede da ingressi riservati e raggiunge gli spogliatoi dove indossa camici e mascherine prima di entrare in contatto con i degenti. Per poter ricavare tutti gli spazi necessari è stata destinata alla rianimazione anche l’ampia sala della cardiologia utilizzata per esami come prove da sforzo ed ecocardio.

Ancora prima, quando a Sorrento c’era il reparto di ostetricia, quella era la stanza del nido. Fatto sta che ora le opere di trasformazione sono state completate e si attende solo l’entrata in servizio della nuova terapia intensiva. «Appena arrivano le certificazioni siamo pronti a partire - chiarisce il primario De Falco -. Il tempo di fare le pulizie e richiamare il personale che con l’avvio dei lavori è stato provvisoriamente destinato ad altri reparti. Nel giro di pochi giorni possiamo essere operativi». È come sempre la burocrazia lo scoglio da superare. Bisogna dire che il direttore generale dell’Asl Napoli 3 Sud, Giuseppe Russo, fin da subito si è dimostrato sensibile al problema sollecitando le aziende esterne che devono rilasciare i documenti per la ripresa delle attività. Si spera in una soluzione a breve. Nel frattempo all’ospedale di Sorrento dopo pochi mesi è stato sospeso il servizio ambulatoriale per gli esami all’apparato gastrointestinale. Chi si era già prenotato attraverso il Cup è stato dirottato a Torre del Greco. Dalla direzione sanitaria fanno sapere che i test dovrebbero riprendere una volta completato il concorso per l’assunzione di due medici.

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