Torre del Greco “divisa” dal crollo: «Il commercio è morto»

La rabbia di imprenditori e residenti: «Nessuno ci ascolta, toccato il fondo»

IL CROLLO Corso Umberto spezzato in due
IL CROLLO Corso Umberto spezzato in due
di Mariella Romano
Mercoledì 8 Maggio 2024, 06:41 - Ultimo agg. 9 Maggio, 12:33
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Non è solo una questione di affari. Per i residenti e i commercianti del centro storico, la chiusura al traffico di un’arteria importante come corso Umberto, è una questione di sopravvivenza. Per questo oltre cinquanta negozianti alle prese con bilanci dimezzati e lo spettro del fallimento, si sono uniti per far sentire la propria voce agli amministratori di Torre del Greco e valutare la possibilità di chiedere un risarcimento per i danni che stanno subendo da quasi un anno.

«Si sono completamente dimenticati di noi», dice Giovanna D’Urso, commerciante di piazza Santa Croce. «Ci ignorano perfino i rappresentanti di categoria: il centro storico rischia di diventare un ghetto e nessuno sembra farci più caso».

La situazione già difficile per la crisi economica e il degrado urbano in cui versa la zona da oltre trent’anni, è diventata critica dal giorno in cui le autorità hanno dovuto sbarrare la strada che unisce piazza Santa Croce con piazza Luigi Palomba. Una decisione drastica, ma inevitabile, che si è resa necessaria per motivi di sicurezza dopo il crollo parziale di una palazzina. Da allora sono trascorsi dieci mesi.

Il crollo

Era il 16 luglio ed era una domenica afosa: tante persone si salvarono perché erano al mare. Una coincidenza che ha limitato anche la conta dei danni: due uomini e una donna rimasero feriti. Non ci furono vittime ma nell’istante del crollo iniziarono a morire le attività commerciali e la dignità dei residenti. La prima a non riaprire è stata la pizzeria – tra le più antiche del quartiere – che si trovava di fronte allo stabile pericolante. Un orribile ponteggio utilizzato come barriera a protezione dei pedoni, ancora intrappola una merceria: gli operai che hanno dovuto «incassettare» il tratto di corso Umberto inibito al passaggio delle auto, hanno lasciato un varco aperto per consentire ai proprietari di quel negozio di continuare la loro attività.

Un rimedio estremo che avrebbe dovuto avere i giorni contati. Invece da dieci mesi anche l’impalcatura che consente ai pedoni di passare, uno alla volta, da un capo all’altro della strada, è diventata una grotta in legno: per attraversare la struttura bisogna avere lo stomaco forte perché la puzza di urina e spazzatura è pungente.

«La chiusura di corso Umberto», aggiunge Giovanna D’Urso, che si fa portavoce dei commercianti di zona, «ha spaccato in due la città e rischia di diventare un cancro per l’economia e la vivibilità del territorio. I danni sono enormi. Chi non vive questa condizione riesce a vedere solo una minima parte di ciò che è nella realtà. Il malaffare e il degrado stanno trasformando il centro storico in un ghetto. Questo dovrebbe essere il cuore pulsante della città. Invece è sempre più un luogo in decadenza profonda e non lo possiamo accettare. Ci siamo sempre battuti, anche in passato, per la riqualificazione del quartiere. Nessuno ci ha mai ascoltato davvero. Oggi stiamo toccando il fondo: i negozi stanno registrando un calo nelle vendite anche del cinquanta per cento. Bisogna intervenire con un progetto immediato e mirato: non basta riaprire corso Umberto. Con il ripristino della viabilità bisogna programmare la rinascita urbana e sociale di questo territorio».

Pronti a scendere al fianco dei colleghi i presidenti di Ascom e Confesercenti, Giulio Esposito e Giammarco Del Prato che assicurano «massima vicinanza ai negozianti che stanno vivendo un disagio gravissimo, un vero dramma». «Ci stiamo confrontando con il sindaco Luigi Mennella che sta seguendo in prima persona la vicenda», aggiunge Del Prato, «e sono certo che l’amministrazione sta facendo tutto ciò che è nelle sue possibilità per risolvere una situazione che non è semplice. Noi ci siamo e continueremo a esserci mantenendo alta l'attenzione».

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