Napoli, il rettore Matteo Lorito: «La Federico II sempre aperta a israeliani e palestinesi»

Il 4 marzo l'ateneo ha siglato un accordo di cooperazione con l'Università di Gerusalemme

Napoli, il rettore Matteo Lorito
Napoli, il rettore Matteo Lorito
Giovedì 21 Marzo 2024, 19:31
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«La Federico II di Napoli ha da tanti anni collaborazioni con atenei israeliani e palestinesi. Lo facciamo in una logica di piena apertura delle Università, confermata oggi anche dal ministro Bernini nella riunione con la Crui, dove ha parlato della necessaria collaborazione e condivisione del principio di non intolleranza negli atenei».

Lo ha detto all'ANSA il rettore della Federico II di Napoli, Matteo Lorito, precisando che il 4 marzo l'ateneo ha siglato un accordo di cooperazione con l'Università di Gerusalemme Al-Quds per la cooperazione nei campi dell'insegnamento, della ricerca scientifica e della formazione.

«Collaboriamo da 15 anni - spiega Lorito - con diverse università palestinesi e israeliane, dagli atenei di Nablus in Palestina e ora questa a Gerusalemme, ma abbiamo anche rapporti di vecchia data anche con importanti università israeliane come il Technion, l'istituto Israeliano di Tecnologia, e il Weizmann Institute of Science.

Noi non collaboriamo con gli Stati, ma direttamente con le università, sapendo che nelle facoltà c'è discussione, dialogo ma anche dissenso. Tutto questo significa però lasciare le porte aperte al dibattito. Questa posizione è condivisa anche dalla Crui e dal ministro Bernini, che ha parlato di collaborazione e condivisione e del principio di non intolleranza. Oggi considero questo un punto di incontro molto importante».

Lorito ha detto che «la piena libertà degli atenei significa apertura a tutti senza militarizzazione, nè forze dell'ordine, ma nelle università ci vogliono anche regole di dibattito aperto. So che i giovani sono fortemente motivati da un punto di vista politico ed emotivo su un conflitto così duro, è naturale, perché l'università è lo specchio della società». 

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«Nelle università tutti possono esprimere le proprie opinioni ma non si può dire a qualcuno non puoi entrare a parlare» ha continuato il rettore «Tutti vediamo quello che accade a Gaza e siamo sconvolti, ma non possiamo accusare chi viene a fare un dibattito. Non possono esserci preclusioni, è inaccettabile. Faremo un incontro per tutti quei ragazzi che hanno atteso inutilmente».

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