Napoli, sit-in di protesta al centro storico: «Battaglia per salvare la statua del Nilo»

Il monumento-simbolo circondato da erbacce infestanti

La manifestazione
La manifestazione
di Antonio Folle
Sabato 23 Marzo 2024, 21:22
5 Minuti di Lettura

Ha riscosso un enorme successo il sit-in organizzato oggi pomeriggio da cittadini, associazioni e comitati civici a largo Corpo di Napoli. La manifestazione, organizzata per protestare contro il degrado dell'antichissima statua del dio Nilo, che da mesi vegeta in pessime condizioni di conservazione, circondata da erbacce infestanti e da sporcizia, ha coinvolto i tantissimi turisti che in questi giorni stanno affollando il centro storico della città. Ad animare la protesta il gruppo Fatti di Napoletani Perbene, l'associazione N'sea Yet, il comitato Riscattiamo la IV Municipalità ed il gruppo Rinascita di Forcella che hanno contribuito a diffondere tra i passanti - tanti i turisti che si fermavano per scattare foto e chiedere informazioni - le motivazioni del sit-in e la storia di un antichissimo simbolo di Napoli. 

Negli scorsi giorni era stato l'attivista Ferdinando Kaiser a lanciare il primo allarme circa le pessime condizioni di conservazione della statua. La denuncia della statua-simbolo di Napoli circondata da erbacce infestanti ha scatenato un vero e proprio coro di proteste. I manifestanti oggi pomeriggio non si sono limitati a lanciare slogan contro le istituzioni e a diffondere volantini di protesta: non è mancato infatti un momento "pittoresco" con l'artista Giancarlo Minniti che, in costume da antico greco - costume realizzato dal noto costumista partenopeo Giuseppe Avallone - ha rivolto un cenno di saluto e di solidarietà alla statua che da mesi elemosina di essere strappata al degrado a cui sembra essere condannata.

Video

«Oggi pomeriggio - ha spiegato Minniti - non abbiamo voluto dare vita solo ad un sit-in di protesta ma abbiamo voluto lanciare un nuovo stile di manifestazione.

Oggi ci siamo ritrovati di fronte ad una statua di 2000 anni fa e ho ritenuto logico segnalare questo dato anche in maniera visiva, con una protesta realizzata con costumi che ricalcano il vestiario dell'epoca. La nostra speranza - ha proseguito Minniti che oggi impersonava idealmente il dio Nettuno - è che scendere oggi in piazza per protestare contro le assurde condizioni di uno dei più importanti simboli di Napoli venga preso nella giusta considerazione da parte degli enti preposti che non possono più continuare ad ignorare il degrado di questa statua. Napoli - continua - è una città che deve vivere di cultura, non solo di cuoppi di frittura e di pizza a portafoglio, ma la cultura e la storia di questa città non possono essere abbandonate ad erbacce, rifiuti ed impalcature di tubi innocenti».

Negli scorsi mesi la statua del dio Nilo fu al centro di un acceso dibattito che vedeva opposti il gruppo Fatti di Napoletani Perbene ed un noto ristoratore della zona che, in maniera arbitraria e del tutto abusiva, aveva installato proprio ai piedi del basamento della statua costruita per omaggiare la comunità alessandrina che 2000 anni fa popolava la città, una fila di tavolini. Lo scontro a colpi di carte bollate finì con la vittoria dei cittadini e la rimozione dei tavolini ma, viste le attuali condizioni di degrado, si è trattato di una vera e propria vittoria di Pirro. Dopo la rimozione dei tavolini, infatti, le condizioni della statua - oggi circondata da una impalcatura di protezione - non hanno fatto altro che peggiorare. 

«È uno scandalo - ha affermato il presidente del gruppo Fatti di Napoletani Perbene Vincenzo Papa - che una statua che ha 2000 anni di storia, che è l'emblema della Napoli dell' accoglienza del multiculturalismo, versi dimenticata in tali condizioni. La protezione cantieristica ci sta tutta anche se, è bene ricordarlo, è opera unicamente della sensibilità della restauratrice che ha rimesso la testa della sfinge a suo posto. Vorremmo sapere cosa fa la Sovrintendenza per tutelare questo monumenti - continua Papa - solo grazie alla nostra battaglia ora la statua è libera dei tavolini che l’ammorbavano, ma oggi versa in un degrado intollerabile. Il Comune non è in grado neppure di provvedere a rimuovere polvere ed erbacce. In città come Firenze, Roma o Venezia i monumenti sono valorizzati, a Napoli una piazza che ha la stessa valenza storica di piazza della Signoria versa in condizioni orribili. Ci auguriamo - conclude l'attivista - che qualcuno abbia il buongusto una volta tanto di assumersi le sue responsabilità».

E proprio durante la manifestazione di oggi pomeriggio è emerso ancora una volta il degrado devastante che circonda l'antico monumento napoletano. Intorno alla statua erano presenti grosse quantità di feci animali, oltre ad un piccione morto e ad uno scooter elettrico legato ad uno dei pali di sostegno dell'impalcatura montata per tentare di preservare il dio Nilo dal possibile crollo di calcinacci dal vicino cantiere edile. Uno spettacolo indecoroso che ha fatto gridare allo scandalo non solo i turisti che si sono fermati per chiedere informazioni sul sit-in, ma anche le stesse guide turistiche che li accompagnavano. 

«Complice la giornata prefestiva oggi questa zona di Napoli era letteralmente ingombra di turisti - ha raccontato il presidente del comitato Riscattiamo la IV Municipalità Eros Dolce - e questo ci ha fatto enormemente piacere perchè abbiamo potuto spiegare loro le motivazioni della nostra protesta. Ovviamente in questi giorni non ci siamo fermati alla sola organizzazione di una manifestazione, ma abbiamo scritto alla Sovrintendenza diverse pec per denunciare l'assurda situazione di questa antica statua, maltrattata in modo indegno da incuria e degrado. Quello che fa male - l'affondo di Dolce - è che abbiamo inviato numerosi messaggi ad esponenti politici di ogni partito e di ogni tendenza per segnalare questa situazione e per chiedere un cenno di adesione al nostro sit-in che non aveva alcun intento politico ma che voleva solo cercare di sensibilizzare istituzioni ed opinione pubblica sulla necessità di intervenire. Nessuno ci ha dato ascolto e nessuno si è presentato a darci sostegno. Ovviamente - conclude - non sarà questo a fermare il nostro impegno sulla salvaguardia di questo e di altri monumenti della nostra città». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA