Napoli, la rinascita di San Giovanni a Teduccio: «Ci crediamo, qui la nuova movida»

Dopo la notizia della balneabilità ritrovata a Pietrarsa, ristoratori e cittadini credono nella ripresa del territorio

Antonio Salvo, titolare del ristorante Est Partenope sulla spiaggia di San Giovanni
Antonio Salvo, titolare del ristorante Est Partenope sulla spiaggia di San Giovanni
Paolo Barbutodi Paolo Barbuto
Sabato 27 Aprile 2024, 07:07
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San Giovanni a Teduccio scopre che un pezzetto di mare torna balneabile e prova a sognare un domani diverso. Un tempo, remoto ormai, quelle spiagge appartenevano alla gente, erano parte integrante della vita di un quartiere che non s’era mai sentito marginale perché aveva fabbriche, mare, futuro. Poi la crisi, economica e ambientale, s’è abbattuta su quel pezzo di Napoli e l’ha messo in un angolo: «E invece le potenzialità per risorgere ci sono e noi che abbiamo San Giovanni a Teduccio dentro al cuore e dentro l’anima riusciremo a farla tornare bella com’era, vitale come dovrebbe essere, ricercata come solo i luoghi bagnati dal mare sanno essere», Antonio Salvo è un torrente di parole. Ha puntato sulla sua San Giovanni e ha piazzato sulla spiaggia una pizzeria, Est Napoli «che raccoglie successi e clienti», spiega con orgoglio.

Sulla spiaggia costeggiata da via Boccaperti, una sequenza di capannoni che offendono il panorama, oggi ci sono due locali, subito dopo quello di Salvo c’è “Francischiello”, scommessa di un gruppo di sognatori che non aveva mai avuto a che fare con la ristorazione, Giuseppe Comunale, Umberto Bizzarro, Alessandro Sanzullo e Annalisa Acampora. Nel primo pomeriggio ventoso, mentre lo staff di cucina si rilassa di fronte al mare al termine del servizio del pranzo, è proprio Annalisa a spiegare cos’ha spinto il gruppo di visionari a puntare tutto su una spiaggia dove, attualmente, è ancora vietato fare il bagno: «Non c’è molto da spiegare, basta affacciarsi verso il mare per comprendere che questo luogo è magico, il posto adatto dove lanciare un ristorante». L’idea che a Pietrarsa, qualche centinaio di metri più in là, già si possa fare il bagno, non incupisce Annalisa: «Siamo fiduciosi, il tempo per la rinascita di tutta San Giovanni, che passerà anche per il recupero della spiaggia e del mare, è vicino.

E noi siamo qui ad attendere la svolta, consapevoli di avere fatto una scelta vincente».

Il futuro

Il sorriso solare di Acampora è rassicurante. Le parole travolgenti di Salvo sono d’ispirazione: «Sono partito da San Giovanni che ero ragazzino. Ho lavorato a Londra, in Spagna a Barcellona, ad Alicante, ma avevo in testa solo l’idea di tornare nel mio quartiere. Ripassi qui fra un paio d’anni e ci troverà la stessa vita che c’è a Camden Town; torni da queste parti quando la bonifica sarà completata, scoprirà la stessa movida di Barcelloneta». Non smette di sognare, Salvo, nemmeno di fronte alla realtà che presenta solo un pezzettino di mare recuperato: «Vabbé, si deve pur cominciare da un punto. A me basta sapere che il percorso virtuoso è stato avviato e che l’idea di recuperare la nostra meravigliosa San Giovanni è nella testa di chi amministra la città».

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La bonifica

Meno entusiasta Enzo Morreale al vertice del comitato civico di San Giovanni a Teduccio. Lui da sempre si occupa del disastro della linea di costa e non riesce a gioire per la notizia della ritrovata balneabilità di Pietrarsa: «Ne sono felice, ma guardo al resto della costa di San Giovanni e so perfettamente che le cose vanno male, malissimo. Non sono ancora concluse le procedure per sistemare i canali che inquinano questo mare, solo quando saranno sistemati si potrà chiedere all’Arpac di far partire la procedura per recuperare la balneabilità: un percorso lungo che, se tutto andrà bene, potrebbe concludersi fra un paio di anni. Ma, purtroppo, non ci sono le premesse affinché tutto possa andare bene».

Sfudiciato anche Alessandro Fucito, presidente municipale che guarda a San Giovanni e si chiede «qual è il progetto dell’amministrazione per questo territorio? Dovrà essere un hub portuale con la creazione del teminal container che dominerà la costa? Dovrà recuperare la vocazione industriale? Pensano di restituirlo alla balneabilità e al turismo?». Fucito naviga in politica da sempre, ha vissuto l’amministrazione comunale dal di dentro come assessore, sa bene che la progettualità è determinante: «E, purtroppo, per questo territorio non vedo un percorso già disegnato. Solo una serie di proposte, idee, progetti, spesso in contrasto fra loro. E comunque, se c’è davvero la volontà di recuperare le spiagge, bisogna far partire, con urgenza, un programma di bonifica che, allo stato attuale, mi sembra distante».

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