Arabi a Napoli, Sciaudone: «Un’agenzia di sviluppo per aiutare gli investitori»

«Per mettere a sistema questi rapporti occorrono unità e programmazione»

Francesco Sciaudone
Francesco Sciaudone
di Luigi Roano
Martedì 14 Maggio 2024, 23:30 - Ultimo agg. 15 Maggio, 05:59
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«Serve un network professionale che riduca le complessità, semplifichi le cose e renda possibile avere una continuità di rapporti con loro. Il nostro ruolo potrebbe essere quello di un ponte che avvicina Napoli all’Arabia Saudita, perché noi siamo lì con tre sedi a Jeddah, Riad e Dammam». A parlare è Francesco Sciaudone, manager della Grimaldi Alliance una super agenzia per lo sviluppo che ha sedi in tutto il mondo e una anche a Napoli a Palazzo Donn’Anna. Perché il giorno dopo la visita della delegazione dell’Arabia Saudita - il Saudi Italian Business Council - a Napoli ci si interroga su come fare per rafforzare il legame con i sauditi e soprattutto invogliarli a investire sulla città e in Campania.

Allora dottor Sciaudone lei al vertice con i sauditi ha partecipato e inoltre lavora con quel Paese che senso ha avuto questo vertice arabo-napoletano?

«La prima cosa da fare subito è dare un seguito alla due giorni che è appena finita, cioè andare in Arabia Saudita e consolidare i rapporti in quel Paese.

C’è una grande predisposizione verso l’Italia e una grande predisposizione verso Napoli e la Campania ma per mettere a sistema tutto questo bisogna lavorare già sull’agenda dei prossimi 5 anni e fare massa critica cioè essere uniti».

Concretamente cosa significa?

«Organizzare un’offerta strutturata e strategica alla oro domanda che è enorme, partono da 500 milioni per un investimento sotto non vanno e noi se non ci uniamo siamo troppo piccoli per essere interessanti».

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«Siamo andati al Tarì, la cittadella dell’oro, li dentro il più grande degli imprenditori fattura 50 milioni l’anno, ma tutti insieme arrivano a 800. Allora si potrebbe andare in Arabia Saudita e offrire le nostre competenze, le nostre qualità ed eccellenze e attirare i loro investimenti».

E la Grimaldi Alliance è il network che potrebbe fare “Massa critica”?

«Noi siamo la prima e unica agenzia per lo sviluppo dell’Europa entrata in Arabia Saudita con tre sedi, stiamo aiutando nella costruzione della metropolitana di Riad le nostre Fs e Hitachi, lavoriamo già con altre aziende italiane in altri campi. Per facilitare il lavoro delle nostre imprese in un mercato unico che ha sete di competenze e know how».

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Però a Napoli la delegazione saudita ha parlato anche con le Istituzioni locali quali Comune e Regione forse ai sauditi interessa anche il livello istituzionale della collaborazione? Quale potrebbe essere il ruolo di questi due enti?

«L’idea di un contratto di rete rende le imprese libere può essere aperto agli enti locali e consentire a queste aziende di andare in Arabia Saudita con il supporto delle istituzioni. Anche questo è un fattore importante per la creazione di un rapporto di fiducia».

Lei sta parlando di investimenti delle nostre aziende in Arabia Saudita ma a Napoli si aspettano investimenti dei sauditi sul nostro territorio.

«La reciprocità va creata con l’apertura di un canale. Penso per esempio all’offerta turistica ovvero mettere insieme per esempio Pompei e Al Ula. Più si crea continuità di rapporto più loro diventeranno investitori stabili. Penso al campo del Real Estate, il settore economico che riguarda le proprietà immobiliari, ma tutto dipende sempre dalla grandezza dell’offerta rispetto alla loro super domanda. E noi dobbiamo necessariamente fargli comprare qualcosa prima che entrino altri Paesi europei in questo mercato enorme. I francesi, per esempio, già si sono accaparrati la manutenzione di tutti i siti archeologici dell’Arabia Saudita. Ma le più gradi competenze in questo settore sono le nostre».

Abbiamo perso il primo treno per gli investimenti o si può ancora recuperare?

«Bisogna andare li preparati con progetti a medio termine. Gli arabi hanno bisogno di programmazione, stanno creando nuove città, un quartiere da 1,5 milioni di persone. Tre aeroporti. Stare insieme è la chiave di tutto per affrontare la dimensione enorme dei loro progetti che nessuno da solo è in grado di fronteggiare. In questo modo attireremo anche i loro investimenti al sud, a Napoli e in Campania».

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