Gaetano ferito alle gambe nel Napoletano: un calvario infinito, colpito da infezione; è grave

Gaetano ferito alle gambe nel Napoletano: un calvario infinito, colpito da infezione; è grave
di Marco Di Caterino
Sabato 21 Novembre 2020, 10:51
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Un calvario infinito. Gaetano Ferraiuolo Barbuto è stato ricoverato d'urgenza al Cardarelli. Il 21enne di Sant'Antimo la sera del 20 settembre fu ferito alle gambe con sei colpi di pistola e per le gravi lesioni riportate ha subito l'amputazione degli arti inferiori.

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«Le sue condizioni sono molto gravi dice al telefono con la voce rotta da una forte emozione Rosaria Barbuto, la zia di Gaetano, appena rientrata dall'ospedale dove insieme alla mamma del 21enne ha vegliato per tutta la notte lo sfortunato ragazzo .

A mio nipote spiega - è stata diagnosticata una gravissima forma di infezione da ricondurre proprio alla doppia amputazione. Il quadro clinico è anche aggravato dal fisico minato e da una condizione psicologica che si è fatta molto pesante, soprattutto dopo la scarcerazione dei presunti responsabili del ferimento».


LA RABBIA
Gaetano è un ragazzo provato, al limite delle sue forze, finito in un grande incubo. Le scorse settimane era stato a Bologna per un primo periodo di riabilitazione, poi il ritorno a casa e infine il ricovero al Cardarelli per un'improvvisa infezione. «Nei giorni scorsi - racconta la zia - c'è stato il suo compleanno. Gli abbiamo preparato una torta ma non aveva alcuna voglia di festeggiare. Gaetano è impaurito, attraversa momenti di grande spavento anche perché ancora non sono stati individuati i responsabili di questo scempio. A nome suo e di tutta la nostra famiglia conclude la donna rinnoviamo con forza un appello affinché chi sappia si faccia avanti e parli. Pur ribadendo la piena fiducia nella magistratura e nelle forze dell'ordine, le sollecitiamo a aumentare ancora di più gli sforzi per assicurare a Gaetano la piena giustizia. Chi si è reso responsabile di una barbarie simile va individuato. Ora non ci resta che pregare e sperare». Un'altra durissima prova per Gaetano Ferraiuolo Barbuto, che probabilmente nelle prossime ore dovrà essere sottoposto all'ennesimo intervento chirurgico per debellare la pericolosa infezione che si è propagata in poche ore, tanto da costringerlo a un ricovero d'urgenza in ospedale, proprio nel pieno della seconda ondata della pandemia. I familiari sono in attesa del consulto tra il chirurgo e l'infettivologo, che dovranno decidere quando e come operare.


L'INDAGINE
La famiglia di Gaetano è scossa. Da un lato c'è la forte preoccupazione per la salute del ragazzo, dall'altro c'è la rabbia perchè chi ha ridotto il ragazzo in quelle condizioni è ancora libero. Un nuovo appello lo lancia Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde, che da quella maledetta sera del 20 settembre è molto vicino alla famiglia di Gaetano. «La magistratura e le forze dell'ordine devono far presto dice Borrelli -. Vogliamo verità e giustizia, bisogna affrettarsi perché Gaetano rischia la vita. Chi sa qualcosa di quella tragica notte parli, si faccia avanti e aiuti a trovare i responsabili». Gaetano quella sera, dopo una lite, fu prima colpito alla testa con il calcio della pistola e poi fu ferito alle gambe da sei colpi di pistola. Ma dei responsabili nessuna traccia, e per chiedere di giustizia il papà di Gaetano aveva rivolto un appello al presidente della Repubblica Mattarella e al ministro della Giustizia Bonafede.


Dalla Procura di Napoli Nord, diretta da Francesco Greco, arriva l'assicurazione che le indagini su quanto accadde quella sera a Sant'Antimo non si sono mai fermate. Anzi, dopo la clamorosa decisione del Tribunale del Riesame che ha scarcerato Antonio Sgamato, 26 anni, Antimo Belardo, 28 anni, entrambi di Sant'Antimo, e Raffaele Chiacchio, 19 anni, di Grumo Nevano, sospettati di essere i responsabili del ferimento e ora indagati in stato di libertà, gli inquirenti hanno impresso un'accelerata alle indagini con nuovi accertamenti affidati ai carabinieri della compagnia di Giugliano, diretta dal capitano Andrea Coratza.

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