Napoli, 7 arresti oggi: scambio elettorale politico-mafioso tra Napoli Est e Cercola

L'ombra dei clan Fusco-Ponticelli e De Micco-De Martino dietro le elezioni

Sette arresti tra Napoli Est e Cercola
Sette arresti tra Napoli Est e Cercola
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Lunedì 6 Maggio 2024, 06:30 - Ultimo agg. 7 Maggio, 20:00
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Si stavano preparando alle Europee, dopo aver condotto una campagna elettorale per la municipalità di Ponticelli e per il consiglio comunale di Cercola. È questo lo scenario che emerge dalle indagini condotte in queste ore nei confronti di uno spaccato della periferia orientale e dell’area vesuviana da parte della Dda di Napoli.

Sotto i riflettori finiscono così Antonietta Ponticelli (Europa Verde), figlia dell’ergastolano Gianfranco Ponticelli, ritenuta responsabile della cosiddetta democrazia all’asta, a proposito di racket sulle case popolari; ma anche Giusy De Micco, candidata consigliera comunale, iscritta nella lista di Europa Verde (è la sorella di Sabino, consigliere municipale a Ponticelli), in uno scenario in cui è coinvolto anche il padre della candidata Giusy De Micco. 

Trenta euro a voto, un pacchetto di voti per 1.800 euro sono i punti su cui fanno riferimento le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco.

Nel corso delle indagini, alla luce di alcune intercettazioni, si fa riferimento anche alle prossime Europee. Secondo alcuni dialoghi intercettati, la camorra puntava da almeno un anno alle consultazioni di giugno prossimo. 

Inchiesta condotta dai pm Capuano e Woodcock, non è il primo evento. Accadde nel 2020, quando membri dei De Luca Bossa intervennero nel quartiere di Caravita di Cercola. 

In questa tornata, si parte da una donna che arriva con trenta deleghe, in parte false, presentarsi al Comune. La donna è Antonietta Ponticelli, figlia di Gianfranco, ergastolano. C’è Giusy De Micco, che riceve il sostegno economico di 1.800 euro dalle mani di Savino, suo fratello, che è consigliere alla municipalità 6. Trenta euro a voto, sessanta voti. Cosa accade? Che non tutti vanno alle urne oppure l’elettore va dal migliore offerente. Probabile che abbiamo preso soldi dal più versanti. Uno scenario disarmante - dice il comandante dei carabinieri - parliamo di democrazia all’asta. 

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A margine della conferenza stampa, il procuratore Nicola Gratteri è intervenuto su alcuni temi delle riforme di legge previste in materia di giustizia. E lo ha fatto alla vigilia dell’insediamento della nuova presidente di Corte di Appello Maria Rosaria Covelli. In sintesi, il procuratore Gratteri si è detto «contrario a tutte le riforme di legge che sono state varate dalla Cartabia in poi», mostrando il proprio disincanto anche nei confronti della annunciata separazione delle carriere («il numero di magistrati che passa da una funzione all’altra, è basso, siamo sullo 0,2 per cento», dice Gratteri); ma anche nei confronti della annunciata riforma della obbligatorietà della azione penale: «Penso agli anziani, che subiscono una truffa e sono costretti a denunciare. Si introducono queste riforme per abbattere il numero delle denunce e dei processi e per dimostrare all’Europa che in Italia la giustizia è più efficiente. Ma non è così che si interviene, bisogna rimettere in ruolo i magistrati fuori ruolo, oltre a lavorare su distretti dei tribunali».

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