Venti di guerra su Fuorigrotta. L’assalto di piazza Italia nel quale è rimasta ferita una donna, giovedì sera, segna definitivamente la fine di una tregua armata tra bande criminali composte dalle nuove leve di aspiranti camorristi nell’area occidentale.
Le indagini della Squadra Mobile, coordinata dalla Procura distrettuale antimafia, stanno stringendo il cerchio introno ai responsabili del raid. E mentre il quartiere viene messo sotto assedio dalle forze dell’ordine, sembra definirsi anche lo scenario nel quale è maturato il grave episodio.
La posta in gioco
Confermata l’ipotesi che ad entrare in azione nel parco giochi per bambini di piazza Italia sia stato un commando armato che, con ogni probabilità, puntava a un esponente del clan Troncone.
Si delinea anche il possibile movente del raid: legato alla gestione dei traffici illeciti nella zona, e in particolare a quella di una piazza di spaccio gestita dall’obiettivo poi scampato al piombo della pistola.
Il secondo atto
Ma c’è dell’altro. Gli inquirenti sono convinti che esista un nesso tra il primo episodio culminato nel ferimento della mamma 49enne, estranea ai fatti e a contesti criminali, e un secondo grave fatto avvenuto poco dopo che il commando armato era riuscito a fuggire. Inizialmente i due eventi potevano apparire scollegati, e invece gli investigatori sono convinti che l’aggressione commessa ai danni di un uomo indicato come vicino al clan Troncone - avvenuta poco distanza da piazza Italia, in via Rossetti - sia una diretta conseguenza del primo raid.
Che cosa è successo? L’uomo - G. S. - è stato avvicinato da alcune persone e aggredito con il calcio di una pistola che lo ha colpito alla testa. Intanto, oltre alla Squadra Mobile, al lavoro ci sono i poliziotti della Scientifica, che stanno passando al setaccio i fotogrammi di alcune telecamere di videosorveglianza stradale: l’assalto armato non sarebbe stato inquadrato, e tuttavia gli aggressori - che indossavano caschi - sarebbero stati filmati altrove durante la fuga. Si sta esaminando anche un altro casco, abbandonato nel parco giochi probabilmente proprio da uno di loro.
L’assedio
Intanto ieri mattina l’intera zona occidentale, a partire proprio da Fuorigrotta, è stata messa sotto assedio dalle forze dell’ordine. Polizia, carabinieri e guardia di finanza con 200 uomini hanno compiuto un intervento di “alto impatto”. È la prima, immediata conseguenza della linea impressa dal prefetto di Napoli, Michele di Bari, che ieri ha presieduto un comitato per l’ordine pubblico straordinario, interamente dedicato al “caso Fuorigrotta”.
«Quello che è accaduto l’altra sera a Fuorigrotta - dichiara al “Mattino” il questore Maurizio Agricola - è un fatto molto grave, e che avrebbe potuto avere conseguenze ancora più tragiche. Per questo stiamo disponendo servizi di pressante controllo su tutto il territorio della zona occidentale, anche se va detto che ci sono alcuni casi - e quello di giovedì ne è un esempio - che purtroppo molto difficili da poter prevenire. In ogni caso lo Stato è chiamato a fare la sua parte e a dare risposte immediate e ferme: le indagini proseguono e nostro dovere è assicurare alla giustizia questi criminali».
Torniamo all’operazione congiunta di ieri. Dalle prime ore del mattino controlli a tappeto e perquisizioni a Fuorigrotta, ma anche a Bagnoli e Pianura. Due pistole sequestrate, entrambe con matricola abrasa e relativo munizionamento, scoperti anche alcuni orologi di noti marchi, monili in oro di dubbia provenienza, otto chili di sigarette di contrabbando; e poi impianti di videosorveglianza abusivi, installati sicuramente a protezione di luoghi di spaccio. Sequestrata anche droga: hashish, cocaina e marijuana. L’attività ha consentito di identificare diversi soggetti, di cui alcuni denunciati a vario titolo ed altrettanti sanzionati amministrativamente per possesso di stupefacenti.