Nuova beffa nel corso del processo per accertare le responsabilità della morte dello studente Salvatore Giordano. È di ieri la decisione di rinviare l’udienza clou del processo d’appello, di fronte alla mancanza delle carte. Prima corte di appello, manca il fascicolo e il pg non può sostenere la requisitoria a carico dei presunti responsabili della mancata manutenzione di Galleria Umberto. Aula 311, ieri la nuova beffa, quando il sostituto pg si è accorto della mancanza delle carte.
Momenti di imbarazzo, toccava al rappresentante della pubblica accusa sostenere l’accusa, ma il processo si è chiuso dopo pochi minuti. Udienza rinviata al prossimo 27 maggio, quando - dopo aver letto le carte del processo - potrà avanzare le proprie conclusioni nei confronti degli imputati.
Spiega l’avvocato Sergio Pisani, che assiste la famiglia di Salvatore Giordano: «In un processo del genere, non è possibile accettare ritardi o passaggi a vuoto. Non è giusto costringere un intero nucleo familiare ad inutili attese in un’aula vuota, a rinvii per disattenzioni o fraintendimenti. Al padre alla madre di Salvatore Giordano non sarà certamente restituito il figlio, ma è almeno dovuto nei loro confronti il rispetto della dignità di uomini, di cittadini e di parti offese».
Il retroscena
Ma proviamo a capire cosa ha determinato una simile impasse.
E la rabbia, il dolore, per una tragedia che doveva essere evitata, anche alla luce delle segnalazioni che erano giunte in seno al Consiglio comunale. Crollo colposo, poche settimane fa, all’inizio del processo di appello, due dei cinque imputati - parliamo di Franco Annunziata (dipendente comunale) e Elio Notarbartolo (amministratore di condominio travolto nella tragedia) hanno deciso di rinunciare alla prescrizione. Ad attendere l’esito del processo bis, anche Mariamo Bruno (amministratore dello stesso condominio), Marco Fresa (amministratore) e Giovanni Spagnuolo, ex dipendente comunale.