Napoli, vittima di un raid riconosce il branco in Tribunale

Movida, testimonianza in Tribunale: ecco i quattro che mi aggredirono

Napoli, vittima di un raid riconosce il branco in Tribunale
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Lunedì 20 Maggio 2024, 22:27
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Ha raccontato l'assalto del branco, i colpi presi da ben quattro picchiatori. Un'azione violenta e ingiustificata, che è stata ricostruita dalla vittima delle percosse nel corso dell'udienza dinanzi ai giudici del Tribunale di Napoli. A parlare in aula, come parte offesa, è Julio Caesar Carvalho Costa Junior, nato a Rio de Janeiro nel 1997, ma da tempo in Italia, dove vive a Torre del Greco, città in cui lavora e pratica arti marziali a livello agonistico. In aula, Julio non ha avuto alcuna esitazione a ricostruire l'aggressione, dinanzi al giudice Pasqualina Paola Laviano e, cosa non secondaria, al cospetto dei quattro imputati per aver consumato l'aggressione. Ieri, esame e controesame della vittima del raid, nel corso del quale l'attenzione è tornato al 14 agosto del 2018.

Siamo all'esterno di un pub di Fuorigrotta, quando in quattro aggrediscono il giovane. Non c'è un motivo, manca anche un pretesto banale. Quattro contro uno, azione da vigliacchi, secondo quanto è emerso nel corso delle indagini condotte dagli agenti del commissariato di Fuorigrotta. Assistito dall'avvocato Marco Campora, il ragazzo - oggi 23enne - ha spiegato le lesioni fisiche subite, ma anche il trauma psicologico che ha dovuto fronteggiare.

In aula ha raccontato: "Non capisco per quale motivo ho dovuto subire un'azione tanto violenta, vigliacca, priva di significato".

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Poi ha riconosciuto in aula i quattro elementi che lo aggredirono, spalleggiandosi a vicenda. Finito all'ospedale San Paolo, il ragazzo non ha mai esitato a denunciare, a fornire particolari utili, in un mosaico investigativo che si è via via arricchito dei dati delle telecamere di sorveglianza e dei catturatarghe, che hanno consentito di ricostruire l'azione del branco. Non è un mancato un particolare ad effetto, poco prima che si chiudesse l'udienza. E' stata la madre del ragazzo colpito ad intervenire, battendo su un punto: "Mio figlio ripete la sua ricostruzione, al centro della denuncia, da sei anni. Oggi è ancora qui a svolgere con coraggio il proprio dovere di cittadino, ma non capiamo perché tanto tempo per la definizione di questo processo". 

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