Sì, d’accordo, per i napoletani resterà una data storica, di quelle da incorniciare a vita e scolpire nella galleria dei giorni degni di essere vissuti tutti di un fiato. Ma è anche la data su cui sono in corso verifiche amministrative, chiarimenti ufficiali e finanche accertamenti da parte della Procura della Corte dei Conti.
Parliamo del 4 maggio del 2023, il giorno di Udinese-Napoli, quello del terzo scudetto, degli azzurri campioni d’Italia e della fine di un incubo (sportivo) lungo 33 anni. Una data su cui sono concentrate verifiche investigative, amministrative e politiche, in relazione agli accordi tra il Comune di Napoli e il club partenopeo in relazione all’uso dello stadio Maradona.
Una storia che conviene raccontare dalla fine e andando per step. In sintesi, a sollevare il caso è stato il leader dell’opposizione (ed ex pm) Catello Maresca, che ha chiesto lumi agli uffici comunali sulla gestione economica dell’evento. Un’interrogazione che non è passata inosservata. In queste settimane, anche la Procura della Corte dei Conti ha chiesto chiarezza a Palazzo San Giacomo. Massimo garbo istituzionale, ma doverose verifiche da parte dei magistrati di via Piedigrotta, sotto il coordinamento del procuratore Giuseppone. Chiari i quesiti posti, alla luce delle interrogazioni esposte dal leader dell’opposizione in consiglio comunale, ma anche dello strepito mediatico legato alla storia della gestione dell’evento di Fuorigrotta: quali sono stati i costi di gestione (a carico del club sportivo)? Quanto è stato incassato dai biglietti venduti? E quanto è finito in beneficenza? Domande su cui sono in corso le verifiche della Procura di via Piedigrotta, su cui il Mattino è in grado di fornire alcuni punti certi, alla luce dei dati forniti dalla dirigente comunale del Comune Gerarda Vaccaro.
In sintesi, ecco i conti fatti all’interno di Palazzo San Giacomo: «In merito ai ricavi in oggetto, la società concessionaria ha chiarito che gli incassi derivanti dalla vendita dei biglietti ammontano a 284.143,09; mentre i costi sostenuti sono stati pari a 275.014,99. Pertanto, i ricavi derivanti dalla realizzazione del citato evento ammontano ad euro 9.128,10 e saranno devoluti, su indicazione della Società, all’associazione Maestri di Strada Onlus». Insomma, al di là della buona fede di tutti i protagonisti di questa storia e al netto delle spese sofferte dal club azzurro per allestire maxischermi sul prato verde di Fuorigrotta, viene confermato che l’operazione beneficenza è riuscita solo in parte. Briciole, rispetto al monte incassi e - ovviamente - ai capitali investiti per creare un evento degno di essere incorniciato negli annali della storia calcistica nazionale. Poco più di novemila euro per i Maestri di strada? Una boccata di ossigeno comunque utile per una onlus che ha fatto della formazione porta a porta, anche nei punti più reconditi della nostra area metropolitana, il proprio asset, la propria missione.
E non è impossibile a questo punto mettere a fuoco la possibile traiettoria investigativa, alla luce dell’esigenza dei pm contabili di fare chiarezza sulla triangolazione tra Comune, club azzurro e destinatario finale dei fondi per beneficenza. Una prima richiesta di chiarimenti riguarderà i costi sofferti nella notte magica del Maradona. Ingresso a cinque euro per i posti ordinari, cento euro per i posti vip, furono il tetto dei ticket per gli spettatori. Resta una domanda: quanto è costato organizzare la serata? In che modo sono stati spesi 275.014,10 euro?