«Vittime criminalizzate», Pisani scrive al ministro

L'avvocato: siamo dalla stessa parte perché si spara ancora su di noi?

«Vittime criminalizzate», Pisani scrive al ministro
«Vittime criminalizzate», Pisani scrive al ministro
Lunedì 4 Settembre 2023, 14:58 - Ultimo agg. 5 Settembre, 10:16
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Il titolo della lettera al questore e alle istituzioni sarà “Siamo  con voi dalla stessa parte perché si spara ancora su di noi, aiutateci a difenderci”

L’avvocato Angelo Pisani lancia un appello al ministro dell’Interno, al prefetto e al questore di Napoli.

«Dopo la morte negli occhi e la paura - scrive l'avvocato - arriva anche un mese di chiusura. Questa la batosta inflitta a un noto pub del centro di Napoli dopo l’omicidio del giovane musicista, senza che titolari e dipendenti avessero avuto alcuna altra colpa se non quella di stare sempre dalla parte giusta, chiamare subito le forze dell’ordine e collaborare con la Polizia, mettendo a disposizione anche i video delle telecamere per favorire le indagini e chiedendo di potersi costituire parte civile nel processo per solidarietà alla vittima e richiesta danni per o pregiudizi subiti dal crimine».

«Proprio nei giorni in cui si moltiplicano gli appelli di intellettuali e società civile per una rinascita vera della città, dopo l’efferato omicidio del giovane, che secondo questa legge applicata al contrario dovrebbe veder chiusi tutti i locali delle vittime dove si verificano rapine o altri crimini, lo Stato tradisce le persone perbene, coloro i quali lavorano e rispettano le regole, dà un immagine di se incomprensibile e premia di fatto i criminali che non hanno nulla da perdere se chiude un’attività, infliggendo la pesante sanzione di chiusura ai gestori del locale mai coinvolti in episodi di criminalità, gente perbene, come si dice, e ai loro 4 dipendenti, solo perché la lite fra i malviventi e il ragazzo ucciso si è verificata per un diverbio sul parcheggio in una strada pubblica all’esterno del pub, definendolo un pericolo con Mc donald a due passi che resta aperto, meta di giovani di ogni genere».

«La burocratica ed ingiusta  decisione - contesta l’avvocato Angelo Pisani - offre un segnale assolutamente negativo non solo agli abitanti e ai lavoratori partenopei ma anche a turisti e visitatori, che non potranno neanche più comprare una bottiglia d’acqua.

Cinque famiglie - incalza il legale - perderanno incassi e lavoro per un mese, solo perché il crimine si è consumato nei pressi del locale, senza che loro ne avessero alcuna colpa. Si tratta peraltro di un pub da asporto, dove né prima né poi i clienti potevano consumare all’interno, mai frequentato da delinquenti o pregiudicati . Un locale, per giunta, che ha rappresentato per anni un punto di luce dentro zone oscure della città, ai limiti dei Quartieri Spagnoli, da sempre ostaggio di quella stessa criminalità organizzata che lo Stato non è mai riuscito finora a debellare».

Di qui l’appello dell’avvocato Pisani al ministro dell’Interno Piantedosi, al prefetto e questore di Napoli per la revoca o riduzione dell’ingiusto provvedimento di chiusura.

«Se i cittadini dovessero comprendere che lo Stato è nemico delle vittime di crimini, che le punisce due volte invece di affiancarle e sostenerle, come sta avvenendo in questo caso, allora davvero le parole della premier Meloni sul ruolo dello Stato risulterebbero tradite e la fiducia nella legalità a Napoli rischierebbe di crollare sotto zero. Sarebbe la fine». Una fine che arriverebbe anche per i gestori del pub, i quali hanno già manifestato l’intenzione di lasciare definitivamente Napoli. Siamo  con voi dalla stessa parte perché si spara ancora su di noi? aiutateci a difenderci. Non sparate su di noi, aiutateci a difendere la città. I napoletani non devono fuggire, ma hanno bisogno di sentire lo Stato al loro fianco».

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