Poggioreale, lo spettacolo “Miserere” con Isa Danieli: i detenuti: «L'arte è riabilitazione»

Carlo Faiello porta in scena concerto ispirato al dramma della Passione della Settimana Santa

“Miserere. Cantare la Passione"
“Miserere. Cantare la Passione"
di Valentina Bonavolontà
Giovedì 21 Marzo 2024, 17:33 - Ultimo agg. 19:19
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«La vera manifestazione di un confronto rieducativo». È così che B., uno dei detenuti di Poggioreale, commenta “Miserere. Cantare la Passione”, lo spettacolo ideato e composto da Carlo Faiello, che vede protagonista Isa Danieli, rappresentato stamattina per la prima volta tra le mura del carcere. 

B è siciliano, è in cella da appena un mese e deve scontare altri tre anni. Dopo lo spettacolo commenta: «Ho amato molto questa elaborazione dei canti pasquali e questa dimensione teatralizzata. Credo che questi momenti di socialità siano indispensabili. In queste settimane si parla tanto di suicidi, dei detenuti e degli agenti penitenziari, e penso che la salvezza di chi è in cella può avvenire solo quando la pena ha un valore istruttivo, altrimenti è solo un ulteriore danno».

Con l’avvicinarsi della Pasqua, e per il nono anno consecutivo, Carlo Faiello presenta “Miserere. Cantare la Passione”, lo spettacolo-concerto ispirato al dramma della Passione della Settimana Santa, che, oltre questa mattina, tornerà sabato 23 marzo nell’Arciconfraternita della Santissima Trinità dei Pellegrini in via Portamedina alla Pignasecca (alle 19).

«Sono andato in processione, ho ascoltato come cantano le signore del popolo e deciso di raccontare questa potente storia di una donna palestinese che vede il figlio arrestato e torturato fino alla morte. Portare qui questo dramma popolare significa mandare il messaggio che attraverso il dolore c'è la possibilità di una vita nuova» - racconta Carlo Faiello - «Io vengo dai Quartieri Spagnoli e conosco bene le dinamiche che portano ad alcune scelte di vita.

Io ho solo avuto la fortuna di incontrare la chitarra a dodici anni». 

Il progetto, che trova nella produzione della Fondazione Il Canto di Virgilio una sorta di stabilità nei rituali pasquali, è promosso dal garante campano delle persone private della libertà personale, Samuele Cambriello, che dichiara: «È importante portare la musica, la cultura in questi luoghi del dolore, soprattutto nelle settimane prima di Pasqua, a significare una prospettiva di speranza e resurrezione. È un'occasione per dare un messaggio alla cittadinanza e alla politica, che ha dimenticato il carcere. Vogliamo uscire dall'indifferenza, che, come dico spesso, è un proiettile silenzioso che uccide lentamente». 

L’opera di Carlo Faiello, con un cast di eccezionale pregio composto da Isa Danieli, Antonella Morea, Monica Assante di Tatisso, Marianita Carfora, Elisabetta D’Acunzo, Antonella Maisto e il Quartetto Santa Chiara, è un oratorio laico ispirato alle antiche processioni/cerimonie del Sud Italia, basata su una serie di ricerche e elaborazioni dedicate a una parte del repertorio musicale para-liturgico della tradizione orale campana. Il focus è l’intreccio di canti e liturgie del Cilento antico, del Vesuviano, di Terra di Lavoro, della Costiera amalfitana, del Sannio e dell’Irpinia.

«È sempre una grande emozione essere protagonista di questo allestimento nei giorni delle sacre rappresentazioni della settimana santa». - dice Isa Danieli -  «È la mia prima esibizione qui a Poggiorale e sono curiosa delle sensazioni che avremo. Non faccio alcuna distinzione tra questo pubblico e qualsiasi altro, spero, come ogni volta che salgo sul palco, di emozionare». 

Un flusso sonoro di “canto sacro” - di contenuto linguistico dialettale e non, di musica etnica, di espressioni lessicali e gestuali - carico di stratificazioni. A questo canovaccio, si aggiungono le composizioni originali del musicista napoletano. 

Anche L. a conclusione dello spettacolo commenta: «Sono molto emozionato, stamattina abbiamo vissuto un momento di evasione mentale, perchè se non pensiamo alla libertà dalla cella non riusciamo a reagire. E' stato breve ma intenso. Poi, Isa Danieli per me è un mito perchè sono suo fan dai tempi della fiction Capri». L. è napoletano, detenuto da dieci anni a Poggioreale e ne mancano ancora cinque. Alcuni detenuti lo vedono come un esempio, ma, dice, «i veri esempi sono quelli che qui non entrano proprio». E continua: «Molta gente ha pregiudizi da fuori perchè vede Poggioreale come un mostro di cemento e basta. Io penso che l'inserimento vero e la riabilitazione dagli errori del passato avviene solo quando c'è un confronto con artisti di primo livello, come stamattina». 

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I saluti e i ringraziamenti del direttore del carcere Carlo Berdini concludono lo spettacolo, dopo una standing ovation e un lungo applauso dei detenuti, con la promessa strappata al Maestro Faiello di tornare nella prossima estate. 

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