Europee 2024, Picierno: «Astenersi un errore, svolta dopo le elezioni dal Pd via i commissari»

La vicepresidente del parlamento europeo uscente: tra le priorità la lotta alla violenza sulle donne

Pina Picierno
Pina Picierno
di Dario De Martino
Martedì 30 Aprile 2024, 23:31 - Ultimo agg. 2 Maggio, 10:29
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Ore concitate per la chiusura delle liste. In casa Partito democratico elenchi già presentati.

Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo uscente, è una lista competitiva?

«È una lista equilibrata e forte. Vengono promosse le esperienze della legislatura scorsa, quelle del territorio, quelle sociali e professionali. È la lista più plurale e credibile in tutte le circoscrizioni. Non solo per insidiare il centrodestra ma per rappresentare degnamente in Europa il cambiamento necessario».

Aveva posto il problema della penalizzazione delle donne nel caso di candidatura della Schlein e di una capolista come Annunziata. È prevalsa la sua linea: la segretaria non si è candidata al Sud.

«Non sono prevalse linee. Dispiace che il confronto nel Partito Democratico venga spesso interpretato in maniera grottesca. Siamo abituati a confrontarci, anche duramente. Guai a cedere al conformismo. Lasciamo ad altri annunciare le scelte nei comizi».

I leader candidati alle europee che si candidano senza poi andare a Strasburgo sono una «ferita per la democrazia», ha detto Romano Prodi. Cosa ne pensa?

«Penso che polarizzazione e personalizzazione siano due cose diverse: è plebiscitario dire al paese votate per me e non per un progetto di Europa, usando il proprio nome come ha fatto la Presidente del Consiglio».

C’è il timore dell’astensione. Come si convince l’elettorato?

«Con la credibilità di un lavoro svolto e uno da svolgere. Quello svolto è alle nostre spalle. Una legislatura difficile, con crisi inedite, dalla pandemia all’aggressione russa, che ci ha visti protagonisti di un rinnovato “contratto” europeo. Quello da svolgere sarà l’ultimo miglio dell’integrazione, un’Europa libera e forte».

Il Sud e la Campania sono i territori in cui il Movimento 5 Stelle è più forte. È una sfida nella sfida?

«Assolutamente no. La sfida per il sud è il rafforzamento del partenariato Euromediterraneo, è una nuova politica di coesione, è un nuovo Next Generation. Preferisco sfidare i nostri secolari divari con il resto d’Europa, non un altro partito».

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Questa sfida deciderà il futuro della Schlein secondo lei?

«Siamo un partito serio.

I congressi hanno tempi di svolgimento che non coincidono, giustamente, con il risultato elettorale. Le elezioni sono una cosa, i congressi un’altra. Questo principio per me è solido come roccia».

Dopo le elezioni arriverà finalmente il momento per il congresso regionale del partito?

«I commissariamenti devono avere per loro natura, un tempo determinato, quanto più breve possibile, e una funzione chiara. Mi auguro che quanto prima si possa ristabilire la possibilità per gli iscritti di scegliere il proprio gruppo dirigente regionale».

Quali saranno, secondo lei, i temi principali della campagna elettorale?

«Spero quelli che riguardano da vicino l’Europa, le riforme di cui necessitano le sue istituzioni e le sue politiche, da quella estera e di difesa a quella di bilancio. Per esempio, i temi posti dal rapporto di Enrico Letta e dalle anticipazioni del Rapporto di Mario Draghi su mercato comune e competitività toccano molte corde del futuro».

Quali, invece, gli argomenti su cui ci sarebbe bisogno di più attenzione?

«Violenza sulle donne. Ho votato contro la direttiva sull’argomento perché poco coraggiosa. Ma non mi arrendo, per nulla. Basta con i compromessi al ribasso. Vorrei che la prossima legislatura fosse dedicata anche a questo».

Ritiene che il risultato di queste elezioni sarà determinante anche per le prossime regionali in Campania?

«La Campania è una delle regioni più popolose d’Europa. Con il patrimonio umano e culturale tra i più preziosi del continente. Come potrebbe non essere determinante».

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