Napoli, sprint di Covelli sulla giustizia: «Qui partita decisiva per i finanziamenti Pnrr»

Il ministro Nordio a Gratteri: l'autonomia dei magistrati non si tocca

Il procuratore di Napoli Gratteri e il ministro Nordio
Il procuratore di Napoli Gratteri e il ministro Nordio
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Mercoledì 8 Maggio 2024, 06:35
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Una partita decisiva, quella di Napoli. Una sfida alla quale guardano gli osservatori europei, che incide sulla possibilità di rendere credibili i progetti che sbloccano fondi del Pnrr. Ha le idee chiare Maria Rosaria Covelli, primo presidente donna a guidare la Corte di Appello a Napoli. Famiglia di origine napoletana, cresciuta a Roma, da 40 anni in magistratura, da ieri si è insediata nella Torre del Centro direzionale, chiudendo un vuoto risalente al gennaio del 2023. Un insediamento salutato dal ministro della giustizia Carlo Nordio, ma anche dall’ex presidente della Corte costituzionale Marta Cartabia e dai vertici degli uffici giudiziari del distretto di Corte di appello di Napoli.

Conosce i numeri dell’ufficio che va a dirigere, tra fascicoli al palo e carenze di organico (ne parliamo nella pagina affianco), ma anche l’esigenza di traghettare la macchina giudiziaria fuori dalle secche, garantendo processi spediti e risolutivi. Una questione legata in particolare ai contenziosi in materia di giustizia civile, che - se si trascinano a lungo - rendono poco attrattivo il nostro territorio. Uno snodo cruciale, ne va della capacità progettuale all’ombra dei finanziamenti europei. Spiega il presidente Covelli: «Qui a Napoli si gioca una partita decisiva per il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr, per cogliere a fondo l’occasione di contribuire al futuro della giustizia». È ancora Covelli a ricordare che il distretto della Corte di Appello di Napoli è «tra i più grandi d’Italia e d’Europa», per questo «bisogna agire per restituire tempestività». Poi un passaggio legato alla pianta organica del distretto: «Ci sarà il massimo impegno mio e del Ministero affinché venga garantito l’adeguamento del personale in attesa di una copertura integrale della pianta organica» e per la risoluzione delle altre problematiche, visto che «le dimensioni del distretto sono direttamente proporzionali alle attenzioni che richiede». Snocciola numeri, quelli dei processi in Corte di assise di appello (92) e dei processi per camorra in appello (1079 in tre anni), ricorda l’importanza di valorizzare la sede storica di Castelcapuano, quella che oggi ospita - tra l’altro - la scuola di formazione per magistrati e «che resta un centro culturale napoletano». E non è tutto. Da ex capo dell’ufficio ispettorato di via Arenula, il presidente Covelli ricorda l’attenzione rivolta sulla vicenda del dissequestro dei beni degli imprenditori di Acerra Pellini, alla luce del provvedimento della Cassazione che dispone la restituzione di un tesoro di 220 milioni di euro per i ritardi accumulati in appello: «Le motivazioni della sentenza sono chiare», dice riferendosi al punto in cui sono gli stessi giudici romani a suggerire un assist alla Procura generale in vista di un sequestro bis.

Il proverbio

Una mattinata ricca di spunti, come quello offerto dall’intervento del ministro Carlo Nordio, che - prima di rivolgersi a “Iaia” Covelli - ha rivolto un saluto al procuratore di Napoli Nicola Gratteri, seduto in prima fila. Come è noto, due giorni fa il procuratore Gratteri aveva ribadito la propria contrarietà «rispetto a tutti i progetti di riforma in corso (a partire dalla legge Cartabia)», parlando anche di «pm sotto pressione», in relazione alla paventata abolizione del principio della obbligatorietà dell’azione penale. Temi su cui Nordio ha replicato con una frase latina: «Amantium irae amoris integratio est» («i litigi tra innamorati sono complemento dell’amore»). «Noi - ha inoltre insistito il guardasigilli - possiamo avere idee diverse su tante cose ma restiamo concordi sull’alto valore dell’indipendenza della magistratura.

Io per primo sento l’esigenza di affermare con tutta la forza e sincerità che mai e poi mai il pm sarà sollevato dal suo lavoro indipendente».

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Un punto sul quale è intervenuta il presidente della Anm distrettuale, il pm Ida Teresi, che ha ribadito «il senso di abnegazione dei magistrati napoletani», ma anche la forza di mantenere le spalle dritte nell’esercizio del proprio ruolo: «Se, come ha detto oggi il ministro Nordio, l’obiettivo non è attrarre il pm alla politica allora cosa creiamo? Un mostro autoreferenziale sullo stile del prosecutor americano che ha diritto di vita e di morte su un indagato». Ma la sintesi più condivisa è quella offerta dal presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati Carmine Foreste, che ha ricordato l’importanza di «un patto tra magistrati e avvocati, Ministero, uffici giudiziari e enti locali per rispondere alle esigenze del territorio».

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