Piano regolatore generale Napoli, sì alla variante: «Modello Napoli est, più facile investire»

Via libera in commissione Urbanistica, manca solo l’ok del Consiglio comunale

La commissione urbanistica
La commissione urbanistica
di Luigi Roano
Martedì 20 Febbraio 2024, 23:52 - Ultimo agg. 22 Febbraio, 07:26
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Finisce con l’approvazione all’unanimità la Commissione urbanistica - il presidente è Massimo Pepe, anche con il voto di Salvatore Guangi di Forza Italia - il “Documento strategico”, ovvero l’impalcatura del nuovo Prg che verrà riformato soprattutto nella parte regolativa. Nella sostanza sarà più flessibile per mettere mano alla rigenerazione urbana con la possibilità di attivare anche gli investimenti dei privati.

Resta zero il consumo del suolo ma del resto ci sono intere aree di Napoli ex industriali da recuperare dove potranno essere installate residenze e attività produttive. «Il lato positivo - racconta la vicesindaca Laura Lieto - è che c’è una quota di suoli pubblici di proprietà del Comune che garantirà le attrezzature di cui necessita la città».

Con il via libera della Commissione entro marzo il Documento arriverà in Consiglio comunale per l’approvazione, fatto questo fondamentale passaggio si metterà mano ai Piani concreti nei vari ambiti dove si testerà l’efficacia della riforma normativa. Le nuove norme consentiranno, tranne che per il Centro storico, cambi di destinazione d’uso - giusto per fare un esempio - come al Centro direzionale sdoganando grossi pezzi di città. Non a caso il modello è quello della Variante orientale. 

Il sindaco Gaetano Manfredi spiega come stanno le cose: «Gli indirizzi generali della rivisitazione del piano regolatore - spiega - contengono scelte importanti per uno sviluppo della città sostenibile, ma anche per un modello di gestione che, fermo restando i vincoli generali dal punto di vista dell’utilizzo del territorio, garantisca una maggiore flessibilità per rispondere alle nuove esigenze della società». Le scelte dell’Amministrazione - nella sostanza - vanno nella direzione «di favorire la nascita di spazi molto più misti tra residenzialità, servizi, innovazione, industria leggera affinché - racconta Manfredi - ci sia una maggiore trasformazione urbana e si evitino queste grandi aree dismesse che diventano un grande problema perché non sono bonificate e sono ricettacolo di problematiche anche sociali». 

Per l’ex rettore occorre «avere una città in movimento. Fermo restando la tutela del territorio con un ruolo significativo di indirizzo pubblico, consentirà anche tanti partenariati pubblico-privato che aiutano a trasformare e far crescere la città». Il Centro storico segue un’altra direzione e la indica Manfredi: «Sul Centro storico stiamo lavorando su un’idea di tutela che sia basata sul salvaguardare il suo mix di funzioni: la residenzialità, il mantenimento del commercio di prossimità e la tutela delle bellezze architettoniche. È necessario in questa chiave regolare i processi di turistificazione come abbiamo già fatto con lo stop per tre anni all’apertura di nuove attività di food&beverage. Ora stiamo anche valutando come garantire equilibrio fra residenzialità di lungo periodo e affitti brevi così da mantenere una centro storico abitato dai cittadini». 

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Il Presidente Pepe si concentra «sull’unanimità del voto, un fatto politico rilevante che getta le basi per un confronto costruttivo con tutti i protagonisti di questo processo». Nel dibattito Sergio D'Angelo - un pezzo della Sinistra in Aula - chiede che «il lavoro di revisione del Prg deve essere eticamente e socialmente orientato. Va tutelata l’esigenza di non smarrire del tutto la vocazione industriale della città e garantito il diritto all’abitare attraverso l’edilizia residenziale pubblica e le residenze speciali». Per Rosario Palumbo di Insieme «La dimensione mediterranea della città è la vera sfida per le future scelte urbanistiche». Per Nino Simeone dello Psdi «la discussione sugli strumenti urbanistici deve procedere di pari passo con una nuova visione della città». Fulvio Fucito (Manfredi Sindaco) «il Documento strategico consentirà di superare le incongruenze connesse alla trasformazione urbana, è importante che questo manifesto sia aperto a tutti, e bisogna lavorare affinché i giovani trovino attraente non lasciare la città».

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