Regione Campania, il Consiglio di Stato accoglie il ricorso di De Luca

De Luca: Il Consiglio di Stato ha confermato pienamente le tesi della Campania. Ma Fitto: la sentenza non modifica l'iter di definizione dell'accordo

Il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca
Il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca
Martedì 14 Maggio 2024, 17:51 - Ultimo agg. 15 Maggio, 07:03
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Il Consiglio di Stato ha accertato con una sentenza l'obbligo del ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnnr «di definire il procedimento di stipula dell'Accordo di coesione con la Regione Campania per la destinazione dei fondi».

La Regione Campania aveva fatto ricorso lo scorso gennaio lamentando il ritardo nella conclusione dell'accordo, stipulato invece con la maggior parte delle altre Regioni e Province autonome, «e l'impossibilità di finanziare numerosi interventi strategici per il territorio campano». Il Tar per la Campania accolse il ricorso con sentenza oggi confermata dal Consiglio di Stato. 

«Il Consiglio di Stato ha confermato pienamente le tesi della Campania, ha censurato i ritardi, e stabilisce l’inaccettabilità delle procedure messe in campo dal governo. E ha considerato pretestuosa la sopravvenienza dell’articolo 10 del Decreto coesione: smantellata la norma che surrettiziamente introduceva la vicenda Bagnoli nel Fondo Fsc. Ci si augura che a questo punto sia terminata la lunga e vergognosa catena di pretesti, di dilazioni, di ritardi strumentali, che ha penalizzato e penalizza le imprese, le famiglie, i Comuni della Campania. Ci si augura di poter cominciare a lavorare nell’interesse delle nostre comunità». 

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Con questa nota il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca annuncia la vittoria al Consiglio di Stato: «È il risultato della battaglia di civiltà e di dignità nella quale si sono impegnati in questi mesi centinaia di sindaci, amministratori, semplici cittadini. È un motivo di grande speranza e di grande soddisfazione per quanti hanno creduto nella giustizia amministrativa del nostro Paese». 

Non è tardato ad arrivare il commento del ministro della Coesione, Raffaele Fitto. «Risultano incomprensibili le reazioni festanti alla sentenza odierna del Consiglio di Stato» ha affermato. «La sentenza, che pure contiene alcuni 'elementi singolari', non modifica in alcun modo l'iter di definizione dell'accordo per la Coesione tra la Presidenza del Consiglio e la Regione Campania», precisa il ministro.

Infatti, precisa Fitto, il Consiglio di Stato «si limita ad assegnare un termine di quarantacinque giorni per la conclusione dell'istruttoria, lasciando ovviamente alla discrezionalità delle parti la decisione finale sulla opportunità o meno di definire l'accordo.

Tale termine va ben oltre l'orizzonte temporale che il governo auspica per l'assegnazione ai territori delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027 e per la definizione dell'accordo con la regione Campania. Inoltre, l'articolo 10 del decreto legge n. 60 del 7 maggio 2024 (c.d. decreto legge coesione), evidente dimostrazione dell'intenzione del Governo di provvedere al celere trasferimento delle risorse statali assegnate, prevede la possibilità di riconoscere delle anticipazioni mediante delibera Cipess nelle more della definizione degli accordi per la coesione».

Il ministro ricorda peraltro che l'articolo 14 del dl assegna agli interventi di bonifica e riqualificazione di Bagnoli 1,2 miliardi euro, «comportando un cambio dell'importo complessivo delle risorse da assegnare attraverso l'accordo, circostanza sfuggita al giudice di appello che impone una sostanziale rimodulazione delle proposte progettuali presentate dalla Regione. In attuazione del citato articolo 14, sarà nei prossimi giorni sottoscritto il protocollo d'intesa tra il presidente del Consiglio e il sindaco di Napoli-Commissario straordinario per Bagnoli per l'impiego delle risorse già assegnate».

Proprio a tal fine, specifica il ministero, lo scorso 8 maggio Fitto ha inviato a De Luca una nota per avviare la discussione sulla rimodulazione delle proposte progettuali e procedere alla definizione dell'accordo. «Dunque la sentenza del Consiglio di Stato non incide sul lavoro che il governo sta conducendo, senza soluzione di continuità, per addivenire alla definizione dell'Accordo per la Coesione con la Regione Campania. Il governo è al lavoro per assicurare la tempestiva realizzazione degli interventi della politica di coesione destinati al territorio campano, anche prima dei quarantacinque giorni previsti dal Consiglio di Stato. Nulla cambia rispetto al percorso condotto fino ad oggi. Laddove non fosse raggiunto l'accordo nel termine dei quarantacinque giorni assegnati dal Consiglio di Stato, come recita la sentenza odierna, in caso 'di insussistenza dei presupposti di legge, per carenze istruttorie, carenze nella rendicontazione dei precedenti cicli di programmazione, incongruenza dei nuovi obiettivi programmatici indicati dalla Regione rispetto alla programmazione nazionale o per altra ragione', il governo procederà all'adozione di un atto 'che illustri con precisione le circostanze ostative alla predisposizione dello schema di accordo' per assicurare, comunque, l'assegnazione delle risorse destinate al territorio della Regione Campania», conclude il ministero. 

Controreplica De Luca: «L’importante sentenza del Consiglio di Stato pone termine a una vicenda complessa e stabilisce la cornice entro la quale concludere l’iter amministrativo per stipulare l’accordo di coesione con la Campania e con le altre regioni del Sud che non lo hanno ancora sottoscritto. Lo stesso governo nazionale, in occasione del "Decreto coesione” aveva annunciato l’orientamento di concludere entro giugno tali accordi. E questo ora è possibile in un contesto di chiarezza. Ora è il momento di mettersi al lavoro. Credo che avvertiamo tutti – governo nazionale e governo regionale – la responsabilità di corrispondere alle attese delle nostre comunità, delle imprese, degli amministratori. Credo sia nostro dovere arrivare a una rapida conclusione in un clima di solidarietà nazionale e di rispetto reciproco. Comprendiamo che di tutto hanno bisogno le nostre famiglie, meno che di tensioni e incertezze. Anche trasmettere serenità alla nostra gente è un dovere che deve accomunare tutti noi».

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