Alla Cappella Sansevero Haber legge Tinti: «Napoli è una città universale»

La video-performance sarà trasmessa online da venerdì 9 giugno sui profili social del Museo

Alessandro Haber
Alessandro Haber
di Valentina Bonavolontà
Martedì 30 Maggio 2023, 22:50 - Ultimo agg. 23:04
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Sono le macchine anatomiche conservate oggi nella cavea sotterranea della Cappella Sansevero ad aver ispirato la poesia "Sanguinamenti" di Gabriele Tinti, interpretata dal celebre attore Alessandro Haber.

La performance sarà presentata venerdì 9 giugno sui canali social del Museo Cappella Sansevero. Il video resterà visibile anche successivamente su Facebook e sugli altri profili social del Museo (Instagram e YouTube).

«Di fronte alle macchine anatomiche non ho potuto far altro che parlare di sangue e vene, per fare i conti con la nostra paura con la morte e la sofferenza. Il sangue, soprattutto a Napoli il sangue fa parte di un rito iniziatico, un sito della soglia, un rito di iniziazione. E questo è un luogo esoterico dove tutto questo è tangibile». - dice il poeta e critico d'arte Gabriele Tinti

 

Realizzate dal medico palermitano Giuseppe Salerno che Raimondo di Sangro settimo principe di Sansevero prese a lavorare con sé, oggi tenute all’interno di due teche, le famose Macchine anatomiche, o Studi anatomici, gli scheletri di un uomo e di una donna in posizione eretta, con il sistema arterovenoso scoperto e riprodotto nei minimi dettagli.

Le due opere sono tra le presenze più enigmatiche del complesso monumentale. La minuzia e la precisione della riproduzione hanno alimentato la leggenda secondo la quale esse sarebbero state realizzate tramite esperimenti su due corpi reali che avrebbero subìto delle particolari iniezioni, tali da procurare la “metallizzazione” dei vasi sanguigni. In realtà il sistema circolatorio è frutto di una ricostruzione effettuata con diversi materiali, tra cui la cera d’api e alcuni coloranti.

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Sangue, dolore, ferite. Due vere e proprie opere d’arte, oggi mancanti del “corpicciuolo del feto” collocato ai piedi della donna e trafugato alcuni decenni fa. Le Macchine anatomiche vanno inserite nell’ampio spettro di sperimentazioni e interessi del principe di Sansevero.

Alessandro Haber darà voce alle poesie di Gabriele Tinti ispirate a temi al contempo anatomici e evangelici: ferite, scorticamento, sanguinamento. Una serie di versi - alcuni dei quali inediti, altri pubblicati nel volume “Sanguinamenti” (La Nave di Teseo) - composti con l’obiettivo di trasfigurare la nostra paura per la morte, per il dolore e la sofferenza.

Il progetto rientra nella serie di scrittura ecfrastica, frutto del culto delle immagini dello scrittore e poeta Gabriele Tinti che da anni compone poesie ispirate alle opere d’arte coinvolgendo importanti attori e alcuni tra i più prestigiosi Musei al mondo come il Metropolitan di New York, il J. Paul Getty Museum ed il LACMA di Los Angeles, il British Museum di Londra, il Museo Nazionale Romano, la Gliptoteca di Monaco, i Musei Capitolini, il Museo dell’Ara Pacis, il Museo Archeologico di Napoli, il Parco Archeologico del Colosseo e molti altri ancora.

Nel maggio 2021 il Museo Cappella Sansevero aveva già ospitato la poesia di Gabriele Tinti, interpretata in quell’occasione dal celebre regista e attore Abel Ferrara per omaggiare, nella ricorrenza dei 250 anni dalla morte di Raimondo di Sangro, il capolavoro barocco del Cristo velato e il principe di Sansevero.

«Per noi è come chiudere un cerchio, valorizzare queste macchine anatomiche attraverso gli studi scientifici e altri linguaggi espressivi, attraverso l'arte contemporanea e la poesia.» - spiega Maria Alessandra Masucci, presidentessa del Museo della Cappella Sansevero. - «Perchè le macchine anatomiche sono l'unica testimonianza concreta della sua attività di scienziato e sperimentatore». 

«Se dovessi scegliere una città dove andare a vivere, sarebbe Napoli. E' una città universale, identitaria, che mi commuove ogni volta. Basta pensare agli attori e artisti che l'anno attraversata, da Eduardo a Massimo Troisi per capirne la grandezza» - racconta il Maestro Haber - «E poi la gente. Le città sono fatte delle persone e qui c'è una leggerezza e una malinconia che mi strugge. Mi sento bene, mi appartiene. 

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