Parliamo di giovani: quale futuro a Napoli?

L'assessore Marciani: «Vorremmo essere dei mentori per loro»

Chiara Marciani, Ass. alle Politiche Giovanili e al Lavoro del Comune di Napoli
Chiara Marciani, Ass. alle Politiche Giovanili e al Lavoro del Comune di Napoli
di Aurora Alliegro
Sabato 15 Luglio 2023, 12:14
5 Minuti di Lettura

Il dibattito sulla didattica delle competenze coinvolge ormai da tempo istituzioni, governi e mondo dell'istruzione. Si discutono le modalità più efficaci per sviluppare, valutare e certificare competenze utili a studenti e lavoratori “per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione” (come espresso dal Parlamento Europeo). In questa cornice si collocano iniziative dal valore simbolico e talvolta dal risvolto pratico come l’Anno europeo delle Competenze e la Giornata mondiale delle Competenze giovanili, iniziative destinate a promuovere la riqualificazione e l’aggiornamento delle abilità giovanili.

Il 15 luglio 2023 ricorre il World Youth Skills Day, la Giornata mondiale delle Competenze dei giovani, un’occasione volta a valorizzare l’importanza delle "skills" nell’ambito del percorso di sviluppo personale e lavorativo dei giovani. Ci siamo affacciati sul complesso panorama delle politiche giovanili attraverso l’ausilio di chi lavora ogni giorno per contrastare l'immagine di un Sud deserto arido da abbandondare, rendendo la città partenopea terreno fertile per formazione, perfezionamento e imprenditorialità. Abbiamo discusso di opportunità, investimenti e prospettive future con l’Assessora alle Politiche Giovanili e al Lavoro del Comune di Napoli, Chiara Marciani.

Quali sono i principali interventi del Comune di Napoli a favore dei giovani e dello sviluppo delle competenze necessarie nel mondo del lavoro e della scuola?

«Il Comune di Napoli non ha competenze specifiche in materia di formazione in senso stretto.

Quello che stiamo facendo è un lavoro per rafforzare e sperimentare sulle competenze trasversali e sulle soft skills, sempre più richieste dal mercato del lavoro. Lo stiamo facendo in due modi: prima di tutto cercando di avere un costante confronto con il mondo della domanda e dell’offerta in città; e poi stiamo lavorando su competenze trasversali e cittadinanza attiva. Abbiamo approvato lo statuto del Forum e stiamo lavorando alla campagna elettorale per la creazione del Forum dei Giovani cercando di eleggere dei rappresentanti entro la fine dell’anno. Ho già fatto una serie di incontri affinché ci sia anche una rappresentanza di napoletani di seconda generazione per valorizzare le loro criticità. 

E poi lavoriamo per un’interlocuzione maggiore con l’Europa. Stiamo lavorando molto con il progetto P.i.t.e.r. che abbiamo ereditato, con le risorse ereditate dal PON Legalità. Vorremmo che anche i giovani che non hanno possibilità economica possano intraprendere esperienze erasmus che valorizzino la loro identità europea.»

Lei è esperta di programmazione, attuazione e controllo di fondi europei e proprio il 2023 è stato ribattezzato dall'UE Anno Europeo delle Competenze. Le politiche giovanili del suo Assessorato si allineano con quelle europee oppure vi sono tratti specifici?

«Lo sforzo è stato proprio questo, avvicinarci maggiormente alle politiche europee. Abbiamo inserito la figura dello youth ambassador, un ambasciatore dei giovani per ogni municipalità. Abbiamo vinto il premio Città italiana dei giovani. Stiano raccontando esempi positivi dei nostri giovani con il progetto Next Generation NA, storie di giovani di successo che sono riusciti a capitalizzare le loro esperienze e capacità. Noi vorremmo raccontare anche dei giovani che hanno semplicemente realizzato il loro percorso nella loro città.

Vorremmo che i giovani ci considerassero dei mentori, dei facilitatori. Il nostro ufficio giovani vuole essere un appoggio per loro, in grado di aiutarli negli iter burocratici che incontreranno nel loro percorso lavorativo e imprenditoriale.» 

Non a caso avete dedicato il mese di giugno ai giovani. In futuro quali altri spazi prevedete di destinare ai giovani, che spesso soffrono anche della mancanza di luoghi di incontro?

«Questa è un’altra grande sfida. Esiste una rete di centri giovanili del Comune di Napoli che stiamo cercando di rafforzare. Abbiamo già portato avanti delle procedure di co-gestione con associazioni giovanili. In questo momento sono aperte due gare per dei centri giovanili, uno a Soccavo e uno a Secondigliano. Stiamo concludendo la procedura di aggiudicazione di quello del Vomero. Con un’ulteriore specifica: questi centri saranno tematizzati. Quello a Pianura, ad esempio, è dedicato alla musica, a breve avrà una direzione artistica, sale prove gratuite e sala di incisione gratis. Vorremmo che in questi centri i giovani possano studiare, sperimentare corsi e attività, ma anche stare insieme. Spazi per socializzare, quindi, ma anche vetrine di opportunità.» 

Esistono però degli ostacoli allo sviluppo delle competenze. Sono drammatici i dati relativi alla dispersione scolastica, la presenza di NEET e la disoccupazione giovanile a Napoli. Come volete riavvicinare i giovani a scuola, formazione e mondo del lavoro?

«Il Comune di Napoli è iscritto formalmente al registro delle agenzie per il lavoro. E noi vogliamo rivestire questo nostro ruolo di agenzia per il lavoro dando delle opportunità. Insieme ai miei colleghi, stiamo lavorando molto sul tema della dispersione scolastica creando dei percorsi alternativi che non siano necessariamente cattedra e banco. Proponiamo dei corsi professionali diversi, la cosiddetta “scuola del fare”. Stiamo puntando molto sui contratti di apprendistato, che contemporaneamente assolvono anche all’obbligo scolastico e che possono essere l’occasione concreta per avvicinare i giovani a una professionalità. Insieme al mio collega alle Politiche Sociali Luca Trapanese, abbiamo un progetto che si chiama Dote Comune, base per promuovere iniziative diverse per ogni municipalità, che coinvolgano e seguano i ragazzi di fasce delicate, in particolare dai 14 ai 18 anni.»

Come si immagina i giovani napoletani del futuro? Quali ostacoli dovranno affrontare? Quali competenze dovranno necessariamente sviluppare?

«I napoletani hanno la capacità di stupirci sempre per creatività e innovazione. Il futuro è difficile da immaginare perché viviamo quotidianamente questa sfida. Quello che mi auguro è che ci siano sempre più occasioni in cui i giovani non siano solo eccellenze nello studio, come spesso accade, ma anche nel lavoro, che abbiano quindi la possibilità di restare nella nostra città e di non essere costretti ad andare altrove.»

© RIPRODUZIONE RISERVATA