Laura Porta, dolore su dolore. È morto anche il figlio Andrea dell'infermiera 36enne originaria di Bolotana (Sassari) morta la scorsa settimana all'ottavo mese di gravidanza a Pistoia. Il figlio era stato fatto nascere con parto cesareo d'urgenza e le sue condizioni erano apparse sin da subito molto gravi. Si è sperato fino all'ultimo, ma il piccolo è deceduto all’ospedale Meyer di Firenze dopo sette giorni di ricovero, tra le braccia del padre Antonio, guardia penitenziaria che Laura aveva conosciuto quando lavorava nel carcere della Dogaia, a Prato. I medici hanno cercato in tutti i modi di salvarlo, ma non c'è stato nulla da fare.
Laura Porta, il malore fatale
Laura Porta prestava servizio anche come volontaria alla Misericordia.
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Chi era Laura Porta
Laura Porta, 37 anni, era infermiera. «Aveva lavorato per lo Studio Auxilium Stp nel carcere della Dogaia, con passione e professionalità. Al momento era in maternità, essendo all'ottavo mese di gravidanza, ed era in graduatoria nel concorso pubblico per l'assunzione come infermiera da parte della Ssn». È il ritratto della giovane mamma morta a Pistoia, che emerge da una nota dell'Ordine delle professioni infermieristiche di Firenze e Pistoia. La donna si è sentita male a casa ed è morta all'ospedale San Jacopo ieri, domenica 18 febbraio. I tentativi degli operatori sanitari di salvarla si sono purtroppo rivelati vani, mentre il piccolo è ora in prognosi riservata all'ospedale Meyer di Firenze. «Ci stringiamo con forza al compagno e ai familiari di Laura per questa enorme tragedia», sono le parole di David Nucci, presidente dell'Ordine interprovinciale. «In questo momento drammatico - prosegue - voglio aggiungere anche un ricordo personale. Laura era stata una mia studentessa: era una collega con una grande motivazione e con un entusiasmo contagioso. Anche dopo la laurea continuava ad aver voglia di studiare, approfondire, crescere professionalmente. La sua morte improvvisa, in un momento di grande felicità come quello che stava vivendo per la maternità, ci lascia senza parole. Ci stringiamo ai suoi familiari, al compagno e al loro bimbo che sta lottando per sopravvivere».