E' comparso sul campo di battaglia per poco più di 48 ore, ma tanto gli è bastato per appiccicarsi addosso l'etichetta di blindato più bizzarro della guerra tra Russia e Ucraina e, forse, non solo. Al punto da essere ribattezato “carro armato tartaruga”, non un nome che propriamente ispiri furore bellico. Laddove l'accostamento all'animale era giustificato intanto dalle fattezze - con un grande scudo metallico anti-drone a rivsetrire un T-72 come fosse davvero un guscio - e anche dall'agilità di movimento ai minimi termini. La grande sovrastruttura metallica infatti impediva al mezzo di muoversi a velocità sostenuta, specie sui terreni sconnessi, e soprattutto limitava a pochissimi gradi lo spazio di rotazione della torretta e, di conseguenza, la propria ampiezza di fuoco. Ma la vita della tartaruga blindata è stata annientata dai missili ucraini mentre "dormiva" nel suo hangar di Petrovsky, nel Donetsk sotto il controllo russo.
La prima missione
Il bizzarro tank era comparso, come detto, lunedì scorso quando aveva guidato una colonna di veicoli corazzati attraverso il fuoco ucraino per scaricare la fanteria vicino a Krasnohorivka, dove i russi stanno cercando di guadagnare terreno. Portata a termine la missione, il mezzo è tornato indietro verso l'hangar di partenza. Ma fatale è stata la leggerezza di qualche soldato russo che ha pensato bene di riprendere l'incedere di quel blindato così bizzarro e di condividere quelle immagini. Gli ucraini con le riprese aeree dei droni e analizzando i filmati che circolavano sul web sono riusciti a rintracciare la base del carro armato da 51 tonnellate e a farla saltare in aria. Distruggendo, ovviamente, non solo la "tartaruga" ma tutti gli altri mezzi parcheggiati nell'hangar.
Cos'era la Tartaruga
Il mezzo altro non era che un tank T-72 equipaggiato con un'armatura anti-drone fai da te. I montanti che sostenevano il tetto impedivano alla torretta di ruotare più di qualche grado senza tuttavia risolvere il problema degli attacchi da parte dei veicoli senza pilota: l’installazione del guscio infatti lasciava degli spazi tra torretta e manto blindato sufficientemente spaziosi da consentire l'ingresso proprio a quei droni esplosivi ucraini che voleva combattere. Che comunque non sono stati i killer: a distruggere l'hangar è stata l'artiglieria di Kiev che ha posto fine, così, alla breve storia del mezzo più bizzarro visto sul campo.