Da Chicago a Napoli una nuova speranza per i tumori provocati dall'amianto

Lo studio presentato negli USA e coordinato dal Pascale

Il team di esperti
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Sabato 3 Giugno 2023, 18:55 - Ultimo agg. 4 Giugno, 10:01
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Nuova speranza per i tumori provocati dall'amianto. Sono stati presentati a Chicago, all'American Society of Clinical Oncology (Asco), i risultati dello studio IND.227 che vede in prima linea l'Istituto tumori Pascale di Napoli.

Lo studio internazionale di fase 3 ha valutato, si legge in una nota del Pascale, come nuovo trattamento di prima linea un farmaco immunoterapico, pembrolizumab, in combinazione con la chemioterapia per i pazienti con mesotelioma pleurico avanzato o metastatico non operabile. Pazienti che hanno lavorato per anni a stretto contatto con l'amianto. IND.227 è uno studio accademico condotto da 3 gruppi cooperativi, il Canadian Cancer Trials Group, il gruppo cooperativo italiano sui tumori toracici coordinato dall'Istituto Nazionale Tumori di Napoli e l'Intergruppo cooperativo sui tumori toracici francese.

 
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«Nello studio IND.227, l'aggiunta di pembrolizumab alla chemioterapia con platino e pemetrexed ha determinato un miglioramento significativo della sopravvivenza globale, della sopravvivenza libera da progressione e del tasso di risposte obiettive dei pazienti con mesotelioma pleurico avanzato o metastatico non operabile», spiega Marilina Piccirillo, dirigente medico dell'Unità Sperimentazioni Cliniche e responsabile scientifico del coordinamento dello studio in Italia.

«Il mesotelioma pleurico è un tumore correlato all'esposizione all'amianto, e sebbene l'uso di questo materiale sia stato vietato in Italia ormai 30 anni fa, a causa del lungo periodo di latenza tra l'esposizione e l'insorgenza della malattia, l'incidenza del mesotelioma è ancora oggi in aumento - aggiunge Alessandro Morabito, direttore dell'Oncologia Clinica Sperimentale Toraco-Polmonare e uno degli sperimentatori più attivi nello studio - Peraltro, spesso questo tumore viene diagnosticato in stadio già avanzato e non operabile e la prognosi è molto infausta.

Infatti, prima dei recenti risultati ottenuti con gli immunoterapici, la chemioterapia è stata per decenni l'unico trattamento disponibile, con risultati molto scarsi. La partecipazione a questo studio è stata quindi un'ottima opportunità per i pazienti italiani, come dimostrato dal fatto che circa metà dei 440 pazienti in studio sono italiani». 

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