Spezie cancerogene dall'India, indagini sulle aziende che le esportano (anche in Europa): 527 i prodotti alimentari a rischio

L'ossido di etilene è un gas inodore e incolore utilizzato per la sterilizzazione di prodotti

Spezie cancerogene dall'India, indagini sulle aziende che le esportano (anche in Europa): 527 i prodotti alimentari a rischio
Spezie cancerogene dall'India, indagini sulle aziende che le esportano (anche in Europa): 527 i prodotti alimentari a rischio
Martedì 7 Maggio 2024, 20:49 - Ultimo agg. 20:52
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Sono sempre di più i sospetti sulle aziende indiane Mdh ed Everest, le cui spezie, esportate in tutto il mondo, anche in Italia, potrebbero contenere sostanze cancerogene. Prima erano stati Hong Kong e Singapore a bloccare l'importazioni dei prodotti dei due marchi (primi esportatori di spezie in Europa, Stati Uniti e Nord Africa) a causa di «alti livelli di ossido di etilene, inadatti al consumo umano» presumibilmente trovati all'interno dei prodotti.

A seguire, anche gli Stati Uniti hanno aperto un'indagine sulle spezie incriminate.

Ora, rivela il Sole 24 Ore, dopo giorni di silenzio anche le autorità indiane incaricate di vigilare sulla sicurezza alimentare hanno annunciato che condurranno test e ispezioni nell’industria delle spezie per verificare la presenza di sostanze cancerogene nei prodotti finali.

L'ossido di etilene è un gas inodore e incolore utilizzato per la sterilizzazione di prodotti del settore farmaceutico e medico. L'ossirano, come viene anche chiamato, è estremamente infiammabile, molto irritante e tossico per inalazione. Per le sue capacità disinfettanti e disinfestanti contro batteri, funghi e virus potrebbe essere usato in India anche per la decontaminazione dei silos e dei magazzini dove sono conservati gli alimenti prima di entrare nel ciclo produttivo.

Sono 527 i prodotti alimentari indiani a rischio secondo la European Food Safety Authority (Efsa). In Europa l’impiego dell’ossido di etilene è vietato nell’industria alimentare e l’individuazione della sostanza ha portato al respingimento di 87 spedizioni. Di questi 527, 332 provenivano unicamente dall'India. Nei restanti prodotti, oltre al Paese orientale, veniva citato almeno un altro Stato.

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