Aria di primavera e prevaricazioni quotidiane

Non solo una stagione, ma una questione.

Panni stesi in un vicolo di Napoli
Panni stesi in un vicolo di Napoli
di Raffaella R. Ferré
Sabato 18 Marzo 2023, 09:02 - Ultimo agg. 25 Marzo, 16:29
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Primavera a Napoli: non solo una stagione, ma una questione. Quella che, regolarmente, vorresti prenderti con chi, davanti a temperature appena più gradevoli, sole e cielo azzurro, si sente sempre più padrone non solo di sé, ma del palazzo, della strada, forse dell'intera città. Questi esemplari esistono e funestano tutti i mesi dell'anno, ma da metà marzo escono come formiche, si fanno più insistenti e riconoscibili.

Ho creduto che questo carattere si mostrasse con maggiore evidenza nelle aree popolari, l'avevo sperimentato con una vicina di casa che, nelle prime giornate tiepide e soleggiate, una lavatrice dopo l'altra, occupava in blocco tutte le corde per i panni tese in un cortile della Sanità, impedendo a chiunque di stendere anche solo uno straccio e minacciando conseguenze.

Ma il misto di sfrontatezza e prepotenza un po' ridicola, lo ritrovo intatto nel signore in giacca e cravatta che, parcheggiata la bella automobile in doppia fila e sulle strisce pedonali, in uno dei cosiddetti salotti bene della città (sempre che esistano ancora) non sente rimostranze, non vede il disagio causato: lui deve acquistare il suo vassoio di zeppole di San Giuseppe, prendere un caffè, sfogliare il giornale.

Nell'eterno dibattito su Napoli doppia, alta e bassa, borghese e plebea, spunta la pianticella rampicante di tratto comune. Fiorisce proprio adesso, in qualsiasi quartiere e contesto sociale: la suverchiarìa di piccole, primaverili prevaricazioni quotidiane.

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