Salerno: «La nostra società ha 150 anni, mai un avviso di garanzia», parla uno degli indagati di Luci d'Artista

Parla uno degli imprenditori coinvolti nell'inchiesta della procura di Salerno sulla gara "pilotata" per Luci d'artista

Indagini della guardia di finanza sulla kermesse Luci d'artista
Indagini della guardia di finanza sulla kermesse Luci d'artista
di Giovanna Di Giorgio
Domenica 28 Maggio 2023, 06:00 - Ultimo agg. 17:25
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«Totalmente estraneo ai fatti». Così si definisce Arturo Blasi, l’imprenditore avellinese titolare della ditta Artlux, rispetto «all’inchiesta della Procura di Salerno su Luci d’artista». L’inchiesta, che è partita da una segnalazione dell’Anac su anomalie e carenze alla base della gara d’appalto per l’edizione 2021-2022 dell’evento natalizio, parla di una gara «cucita» su misura per la ditta Artlux. Tanto che, venerdì, le indagini hanno portato a due misure interdittive: per lo stesso Arturo Blasi, il divieto, per dodici mesi, di contrarre con la pubblica amministrazione; per Gabriele Pennimpede, il rup che avrebbe predisposto il bando di gara «sartoriale», la sospensione, sempre per dodici mesi, dai pubblici uffici. Entrambi sono indagati per turbativa d’asta.


Ma se il Comune tace sulla manifestazione che, ereditata dalla gestione di Vincenzo De Luca, è solita presentare come il suo evento di punta, Blasi difende la sua posizione. «La mia famiglia opera nel settore delle luminarie da 150 anni, cioè da quattro generazioni – spiega Blasi - Non ho mai ricevuto un avviso di garanzia ma solo attestati di stima e ringraziamenti da parte di numerosissimi comitati ed enti». L’imprenditore irpino di Artlux, insomma, respinge con forza e orgoglio le accuse. E difende la «dignità di chi si alza alle quattro del mattino e va a dormire a mezzanotte» per il suo lavoro. E aggiunge: «Ho già dato incarico al mio legale, avvocato Rosato, e sono fiducioso nel lavoro della magistratura. E sono certo che presto sarà chiarito e appurato ogni aspetto della vicenda e la totale assenza di ogni mio coinvolgimento rispetto a quanto emerso in questa indagine». Eppure, secondo l’accusa, sarebbe emerso un accordo collusivo finalizzato a conferire a Blasi l’appalto per l’acquisto dell’albero di Natale da installate in piazza Portanova per 210mila euro, nonché per il noleggio e l’installazione delle luminarie, per 740mila euro. Il tutto, in violazione della garanzia di rotazione degli affidamenti e della valutazione comparativa dei preventivi di altri operatori economici. Con Arturo Blasi e Gabriele Pennimpede, sono indagati a piede libero anche Pietro Blasi, dell’omonima ditta, Nello Criscuolo e Gennaro Criscuolo di Decolight srl e Genial Illuminazioni srl.

Se Artlux non si sottrae a un commento, il Comune di Salerno continua a tacere. Tace il sindaco, Enzo Napoli.

E tacciono tutti. Da palazzo di città non arriva neppure una dichiarazione di circostanza. Anzi, quel che emerge è un rimpallo di competenze tra assessori e consiglieri. Nessuno ha una parola sull’inchiesta in corso rispetto a quella che, di fatto, è la manifestazione natalizia simbolo della città di Salerno. Nessuno sembra riconoscere a se stesso competenze sulla kermesse che pure, ogni anno, il Comune va a pubblicizzare alla fiera del turismo di Rimini. Niente. Solo silenzio. L’edizione 2021-2022 sembra archiviata. Del resto, ora si guarda alla prossima edizione. Ma non è certo un caso se la procedura di gara avviata è ben diversa da quella portata avanti nell’anno in cui il Covid ancora la faceva da padrone. Già lo scorso anno, infatti, il Comune di Salerno provò a realizzare Luci d’artista con una procedura doppia: prima l’affidamento della progettazione alla Ondesign di Torino e poi la gara triennale per la realizzazione, il montaggio e lo smontaggio delle opere previste dal progetto. La gara andò deserta e il Comune ripiegò su una procedura negoziata che vide arrivare al primo posto la Iren, l’azienda che per anni aveva realizzato Luci d’artista. Quest’anno palazzo di città ci riprova con una gara triennale tentando di anticipare i tempi troppo stretti dello scorso anno. Tempi che si allungarono, tra le altre cose, anche per le dimissioni dello stesso Pennimpede dal ruolo di rup proprio in virtù dell’indagine già in corso. La stessa che ha portato l’altro giorno alle misure cautelari.

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