Covid: non ce l'ha fatta Fufy, il ragazzo down
tifoso di Mihajlovic. Il videomessaggio di Sinisa

Covid: non ce l'ha fatta Fufy, il ragazzo down tifoso di Mihajlovic. Il videomessaggio di Sinisa
di Nello Ferrigno
Giovedì 29 Aprile 2021, 09:47 - Ultimo agg. 10:09
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Sinisa Mihajlovic dieci giorni fa lo aveva invitato a Bologna per conoscerlo e fargli assistere a un allenamento della squadra. E lo aveva spronato a non mollare. Purtroppo l'incontro non ci sarà. Alfonso Izzo, 39 anni, è morto per complicanze dovute al Covid. Era tifoso della Nocerina ma amava anche la Lazio e Mihajlovic, quando giocava a Roma, era un suo idolo. «So che stai poco bene - dice nel video l'allenatore - ma sei uno tosto e saprai reagire e venirmi a trovare». Non è andata così, il virus è stato più forte.

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Fufy, così lo chiamavano i suoi tanti amici, era ricoverato da due settimane all'ospedale Ruggi d'Aaragona di Salerno in terapia intensiva. Le sue condizioni erano peggiorate da alcuni giorni tanto da spingere i medici a intubarlo. Era affetto dalla sindrome di Down. Quel cromosoma in più, se gli aveva tolto la normalità, gli aveva donato un'allegria e una simpatia smisurate. Grazie ad essa era benvoluto da tantissime persone. La sua passione per il calcio lo aveva fatto diventare il beniamino della curva dello stadio San Francesco. I tifosi della Nocerina, quando nei giorni scorsi hanno saputo del peggioramento delle sue condizioni, hanno affisso uno striscione di fronte casa sua al rione Calenda, «dai Alfonso la curva sud è con te». Distrutta dal dolore la sua famiglia in apprensione anche per le condizioni della madre, anche lei in terapia intensiva. Il sindaco Manlio Torquato con un post, non solo ha ricordato il giovane, ma ha invitato le persone alla cautela anche per l'aumento dei contagi in città, «un beniamino di tantissimi, un ragazzo fragile potremmo dire con terminologia adeguata al tempo che se n'è andato come tanti altri.

Adesso che qui sta risalendo la curva dei contagi, proprio ora che si prova a riaprire un po', ed è giusto, facciamo il nostro dovere, senza tensioni o drammi. In fondo una mascherina e un metro e mezzo di distanza cosa volgiamo che siano».

Era dieci anni più giovane Valentino Ruggiero, il seminarista professo di San Marzano sul Sarno, anche lui ucciso dal Covid. Frequentava il Centro dei Vocazionisti don Giustino Maria Russolillo della Santissima Trinità a Napoli. Stava costruendo, passo dopo passo, la sua vocazione religiosa. Il ventinovenne era ricoverato all'ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. Lunedì 19 aprile si era sentito male durante la Messa del mattino. Si era pensato a un problema cardiaco. Il seminarista fu portato in ospedale, era positivo al Covid. «Fino a lunedì pomeriggio fanno sapere dal seminario ci ha sempre rassicurato che si sentiva bene e che, in via precauzionale, i medici volevano tenerlo in osservazione. La Tac, purtroppo, aveva rivelato la presenza di liquido nei polmoni. Ieri le sue condizioni erano ancora discrete, ma successivamente si sono rapidamente aggravate e ieri mattina il nostro Valentino è tornato alla casa del Padre». «Perdiamo un tassello importante della nostra comunità», ha commentato il sindaco Carmela Zuottolo.
 

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