Il grande ex: Di Michele core ’ngrato
«Arechi mio, sogno un gol»

Il grande ex: Di Michele core ’ngrato «Arechi mio, sogno un gol»
di Alfonso Maria Avagliano
Giovedì 26 Marzo 2015, 23:22 - Ultimo agg. 27 Marzo, 10:43
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SALERNO - David Di Michele a 39 anni è ancora l’uomo di punta della Reggina che sabato proverà l’impresa all’Arechi, stadio che l’attaccante di Guidonia conosce bene: 102 presenze e 48 gol in granata tra il ’98 e il 2001. Ogni volta che è tornato da ex ha sempre fatto “danni”, vincendo (e segnando) con le maglie di Reggina (Coppa Italia, 2003), Torino e Lecce (2009/10).

Proverà a ripetersi?

«Certo, ma non sarà facile. Una vittoria sarebbe fondamentale: siamo in un trend positivo e vogliamo continuare a far punti per la salvezza».

La classifica dice che domani la Reggina potrebbe essere vittima sacrificale. Come spiega il crollo verticale di questa stagione?

«Per la prima volta giocherò all’Arechi con classifica sfavorevole. Purtroppo ci sono stagioni che nascono male. A partire da me, ci siamo trovati spiazzati in questo torneo, con giocatori inesperti che non sapevano come affrontarlo. Quando di fronte trovi gente che sa muoversi nella categoria è tutto più difficile, adesso ci stiamo calando nella mentalità ma non possiamo stare tranquilli».

Conobbe l’Arechi a 18 anni con la Lodigiani nel ‘94. Che effetto le farà tornarci dopo 21 anni di carriera?

«È sempre un piacere, lì ho trascorso anni fantastici. La Salernitana mi ha proiettato nel calcio che conta, ho esordito in A e devo solo dire grazie. Ma anche io ho dato tanto a Salerno. Vedere 40mila persone all’Arechi è stato da pelle d’oca, sabato sarà lo stesso nonostante sia Serie C».

Osannato, tante volte anche “sopportato” con amore-odio quando indossava il cavalluccio, forse perché nell’estate 2000 sembrava dovesse partire e invece rimase in granata. Come riassumerebbe il suo rapporto coi tifosi della Salernitana?

«Per me c’è sempre stato solo amore nei loro confronti, il resto fu colpa del presidente Aliberti che a me diceva delle cose, mentre a media e tifosi altre. Prima mi confidò di avermi venduto a gennaio, poi disse che l’avrebbe fatto a giugno e invece bloccò la cessione».

Il più bel gol in granata?

«Al Napoli in Coppa Italia, vincemmo 2-0 in casa con mia doppietta. Quel pallonetto non lo dimentico. E poi era un derby...».

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«Lavorai un mese con lui in ritiro, un attaccante con lui può solo trarne beneficio: è una grande persona, lo stimo, capì le mie difficoltà e mi lasciò andare».

Può la Salernitana aprire oggi con Lotito il ciclo stroncato con la retrocessione dalla A nel ‘99?

«Ha dato una ventata d’aria nuova, sta facendo un gran campionato, si può solo parlarne bene. Ha portato giocatori di categoria superiore e sta vincendo contro avversarie difficili, perché in tante ambivano a vincere il campionato come Benevento, Lecce, Juve Stabia, Matera, Casertana».








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