Salernitana, abito operaio per il futuro

Non sarà più la squadra global con profili alla Ribèry o alla Boateng

Salernitana
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di Pasquale Tallarino
Domenica 24 Marzo 2024, 11:55
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Quelli che giocano di sabato non sono giovani né vecchi. La definizione giusta la trovò un giorno Castori, in B, quando annusò che la Salernitana ce l'avrebbe fatta: «La mia squadra ha l'età giusta per questa maratona», disse. I granata di oggi società, squadra, tifoseria stanno vivendo un delicato momento di transizione. Affrontato con lucidità, però, è periodo fruttuoso di riorganizzazione e programmazione per il rilancio.

Qual è oggi il compito della Salernitana? Deve ritrovarsi e riformarsi intorno ad altre figure simbolo. Non sarà - e comincia già a non esserlo più - la Salernitana global con Ribéry fulcro oppure Boateng. Deve ripensarsi anche come management: siamo passati da «non avevamo mai visto la Serie B», frase cult pronunciata ai tempi del Vestuti, a «non ricordavamo la Serie B».

Sabatini sta accompagnando la Salernitana in queste nove partite di ricomposizione dei cocci. Poi discuterà con la proprietà. I totem, quelli che hanno dato nel tempo una ventata di internazionalità alla Salernitana, hanno avuto un senso nel campionato di Lautaro, Leao, Osimhen, Dybala, Lukaku, Vlahovic. Ad un certo punto la Salernitana ha voluto di più, ha chiesto di più agli allenatori di turno, ha osato, ha vissuto la propria età dell'oro che può ritornare se riparte ricalibrando, riorganizzandosi. È stata la Salernitana di Ribéry, che oggi è lontano, in Germania. È stata ed è ancora la Salernitana di Boateng, pure lui in Germania, non al top. Da giugno, a meno di clamorose e miracolose sorprese, sarà tra i club impegnati «nel campionato dei campanili».

Ci arriva forte di un brand che ha acquisito più valore in A o comunque da nobile decaduta ma adesso deve diventare più operaia in campo, meno leggendaria e più sostenibile. In che modo, in campo? Non è mai facile replicare stagioni-felicità, quelle degli immortali, né esiste una scienza esatta nel calcio che consenta di esportare nella Salernitana i metodi e le strategie vincenti degli altri. Però si può scrivere che per le abitudini, il contesto, la passione, le pulsioni e la tensione emotiva di Salerno, i giocatori con il passato fulgido, leggendario, iconico abbiano avuto sempre poca resa in Serie B.

Magari sono sbocciati e diventati certezze in B, ma quando sono arrivati in granata non lo erano ancora: l'esempio migliore è Coda. La Salernitana a Bologna giocherà il primo aprile e rispolverando questa data viene in mente Rosina a Pisa: uno dei pochi sussulti. Lotito diceva che a Salerno «non facciamo la raccolta delle figurine». Tutti, però, dissero «wow, festeggiate», quando il club granata annunciò l'arrivo di Cerci, che purtroppo non incise. Nel campionato maratona serve un po' di tutto: gambe veloci e muscoli forti, cervelli lucidi che gestiscano una stagione pazza e da altalena.

Poi servono le motivazioni feroci, del rilancio, del riscatto, degli euforici e disperati. Lo erano Belec, Gyomber, Mamadou Coulibaly e Kupisz, nell'anno della promozione dalla B all'empireo. Belec alcune stagioni prima di Salerno era retrocesso dalla Serie A con il Benevento. Gyomber era retrocesso in C con il Perugia. Coulibaly e Kupisz erano retrocessi con il Trapani. Bisogna essere “giusti” per la B, l'età della lotta, unita all'esperienza e ai giovani da laboratorio come da tradizione della cadetteria. Uno sguardo a chi oggi fa l'andatura e sogna Lautaro: al netto di Spezia e Sampdoria, le squadre con l'età media più bassa, adesso spiccano Parma, attacco mitraglia e miglior difesa, e Venezia, seconda in classifica generale e per numero di gol. La loro rosa si attesta su età media 24-25 anni.

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Ma con una media, appunto, un metodo, una strategia da spina dorsale: tra i ducali, ci sono il portiere Chichizola 33 anni, il difensore 29enne Osorio che fa da chioccia al predestinato Circati (20), sulle fasce 24 e 22 anni cioè Del Prato e Zagaritis. In mezzo al campo c'è Hernani e/o Cyprien (29), ma c'è pure Sohm, 22 anni, coetaneo di Bernabè. Benedyczak, Mihaila e Man hanno rispettivamente 23, 24 e 25 anni. Nell'ultima trasferta, il Parma ha schierato in attacco Bonny, 20 anni. Età media, bilanciamento, investimenti importanti. Il Venezia «risponde» con il portiere Joronen (31), gli esperti Zampano (30), Pohjanpalo (29) e Gytkjaer (33), ma dopo guanti e gol ci sono il cuore e le gambe della squadra con Altare e Sverko, difensori di 25 e 26 anni, Candela, 23, Busio e Tessmann di 21 e 22 anni.

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