Avellino, Armellino vuole il poker nella “sua” Campania

Il calciatore dell'Avellino ha già ottenuto tre promozioni in B con Lecce, Monza e Modena

Marco Armellino
Marco Armellino
di Marco Ingino
Martedì 7 Maggio 2024, 00:15 - Ultimo agg. 12:37
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Un vincente per natura. È quanto traspare dalla lettura del curriculum di Marco Armellino e di una carriera che si è fin qui snodata, tra l'ex C2 e la serie B, con quasi 500 presenze tra i professionisti.

La terza serie, in particolare, per il 34enne di Vico Equense non ha segreti avendola vinta a tutte le latitudini e con tre maglie diverse: nel 2017/18 con quella del Lecce nel raggruppamento C; nel 2019/20 con quella del Monza nel girone A; nel 2021/22 con quella del Modena, tra i club della fascia di mezzo, in un'annata in cui trionfò persino nella supercoppa di Lega Pro. 

Successi che un leader indiscusso, in campo e fuori, spera di ripetere anche ad Avellino in un club dove è entrato nelle ultime battute del calciomercato di agosto e ci ha messo davvero poco per vestire i panni anche del capitano.

Una posizione di punto di riferimento guadagnata quasi in maniera naturale, settimana dopo settimana, con prestazioni sempre più convincenti ma soprattutto di grande temperamento. Caratteristiche apprezzate prima da Massimo Rastelli, che sebbene in condizioni fisiche approssimative lo gettò nella mischia nei due spezzoni di gara sotto la sua gestione, ma soprattutto da Michele Pazienza, che ha fatto a meno di lui solo a Cerignola per squalifica.

Nelle altre 37 partite su 38 sfide di campionato, Marco Armellino non a caso ha sempre messo piede sul rettangolo verde collezionando 3035 minuti complessivi.

Uno score emblematico, inferiore solo a Simone Ghidotti che non ha perso nemmeno un minuto della stagione regolare. Nell'annata in biancoverde di Marco Armellino, però, al di là del gol e dell'assist messi a referto entrambi nella sfida vinta al Partenio Lombardi contro il Monopoli, va segnalata soprattutto la sua spiccata duttilità esaltata da uno spirito di sacrificio comune a pochi calciatori. Qualità che in terza serie hanno sempre fatto la differenza pensando persino più della fantasia e della tecnica. Caratteristiche che, soprattutto nella prima parte della stagione e nel momento di grande difficoltà difensiva, l'ex under del Vico Equense partito proprio dai campi impolverati dell'Eccellenza campana ha fatto fruttare al massimo, dirigendo per oltre un mese e mezzo il pacchetto arretrato da centrale.

Passata l’emergenza infortuni (con il recupero di Cionek e Rigione) Pazienza ha preferito riportare Armellino nel cuore del centrocampo, là dove la squadra aveva spesso palesato grandi difficoltà soprattutto sul ritmo. 
Impiegato spesso come interno, indistintamente a destra e a sinistra, nella seconda parte della stagione coincisa con gli innesti di Antonio De Cristofaro e Michele Rocca, ma anche con l'adattabilità di Michele D'Ausilio, Armellino si è così ritrovato ad essere spostato quasi d'ufficio davanti alla difesa. Nel classico e vecchio ruolo di centro mediano metodista, che Armellino ha chiaramente interpretato in maniera meno geometrica e fantasiosa rispetto al classico play come Luca Palmiero, l'ex capitano di Lecce, Monza e Modena si è praticamente trovato ad agire da libero aggiunto davanti alla linea maginot. 

Un compito interpretato con grande sagacia tattica e grinta che ne sta nuovamente esaltando le caratteristiche da leader con riflessi di grande equilibrio riscontrati nel gioco collettivo in mediana. Equilibrio che Marco Armellino, ritrovatosi pure con la fascia di capitano al braccio sinistro, ha cercato e ottenuto persino davanti a microfoni e taccuini quando non si è fatto scrupolo di lanciare appelli e rivolgersi ai tifosi della Sud nel momento in cui si erano incrinati i rapporti tra calciatori e ultrà. 

Parole da guida proferite a Potenza, dopo il pareggio beffa e la contestazione, ma anche nell'immediatezza della sconfitta di Taranto, dove seppe trovare l'angolazione positiva in una giornata caratterizzata da tante ombre: «Questo passo falso - disse- ci farà bene perché ci ha fatto capire cosa significa giocare gare come queste da playoff. Vedrete che non accadrà più». Parola di Marco Armellino, un leader come pochi che, a 34 anni, ha ancora tanta voglia di vincere. 

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