Juve Stabia a porte chiuse, la rabbia di tifosi e politici

La Lega fa propria la decisione del Prefetto per il match contro la Casertana

Juve Stabia a porte chiuse, la rabbia di tifosi e politici
Juve Stabia a porte chiuse, la rabbia di tifosi e politici
di Gaetano D'Onofrio
Domenica 10 Marzo 2024, 09:34 - Ultimo agg. 12:31
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Giudizio unanime e bipartisan. Tutti amareggiati e delusi per la decisione della Lega, che ha fatto suo il provvedimento del Prefetto di Napoli dell'8 marzo, ufficializzando, ieri, dopo le voci che si erano rincorse venerdì pomeriggio, la chiusura del Romeo Menti domani sera per la gara Juve Stabia-Taranto, per gli incidenti dopo il derby con la Casertana. La città si è ridestata con tanta rabbia, per una decisione che, in fondo, penalizza soprattutto i tifosi, che in più occasioni hanno dato dimostrazione di grande maturità, non ultimi, con oltre mille al seguito della squadra a Latina giovedì sera.

In tanti hanno avuto modo di dar sfogo alla propria delusione e l'incitamento alla squadra: «Noi siamo con voi - scrive Giuseppe Donnarumma sui social -, qualsiasi cosa accada, ci troverete sempre al vostro fianco!! Non mollate ragazzi, non mollate». Di padre in figlio, Vincenzo Pellegrino segue la squadra con papà Arturo fin da piccolo: «Per noi - dicono -, questa decisione è l'ennesima dimostrazione che il calcio di oggi è malato e che i risultati non dipendono più soltanto dal campo. La speranza è che la squadra più giovane del campionato riesca a superare tutto, regalando a Castellammare l'ennesima giornata felice».

Tonino Ercolano, tra i leader della curva sud negli anni '90 con i suoi "Swarm Supporter" è scoraggiato: «Credo nelle istituzioni, nelle forze dell'ordine, ma credo sia davvero una sconfitta di tutti. Siamo arrabbiati, delusi, davvero difficile, dopo decisioni del genere, continuare ad avere la stessa fiducia». Gli ultras della curva, invece, hanno preferito la via del silenzio. «Tiferemo ancora di più per i nostri ragazzi - unanime il coro -, abbiamo dimostrato maturità su tutti i campi, ci giochiamo un traguardo importante, è bene mantenere la calma». A porte chiuse contro il Taranto di Eziolino Capuano che nel 2007, alla guida della Juve Stabia, vinse un derby senza spettatori contro l'Avellino. «La squadra ci raggiunse fuori lo stadio per far festa - ricorda Giovanni Semerano, aficionados della tribuna Quisisana -, magari la storia si ripete.

Andiamo oltre tutto e tutti». Infine Ciro Lanza: «Un vero colpo al cuore, la sconfitta per il calcio e per le istituzioni. Ci sentiamo derubati della nostra gioia più grande, quella di essere allo stadio a tifare con rispetto, e con i nostri figli, per i nostri colori».

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La condanna degli atti di violenza arriva dal mondo della politica, insieme al disappunto per la chiusura del Menti. Tonino Scala, segretario di Sinistra Italiana è stato il primo ad esprimersi: «Una decisione che non ha senso, assurda, che penalizza un'intera città per cose accadute in primis lontano dallo stadio, e soprattutto una vicenda con la quale non c'entra nulla la tifoseria stabiese. Due pesi e due misure, coi giovani si prendono i manganelli, invece con ultras che girano indisturbati per la città, facendo danni, ed a pagare è una società del tutto estranea ai fatti».

Anche per Gaetano Amato, parlamentare Cinque Stelle l'amarezza è tanta: «Pagano la squadra e la città, una decisione difficile da mandare giù, ma i tifosi della Juve Stabia, ne sono certo, troveranno l'occasione per far sentire il proprio calore alla squadra». Il Pd ha rimarcato in una nota del segretario Giuseppe Giordano: «Castellammare merita rispetto, la Juve Stabia anche».

Infine Annarita Patriarca di Forza Italia: «La violenza va sempre condannata, senza se e senza ma, soprattutto se si manifesta nello sport. Ma la punizione inflitta alla Juve Stabia, è ingiustificata e ingiusta. Vanno accertati i fatti e le responsabilità anche perché la tifoseria della Juve Stabia si è sempre caratterizzata per comportamenti e atteggiamenti di grande sportività e correttezza. Non si sono mai verificati incidenti a Castellammare, né allo stadio che io frequento con i miei figli abitualmente, come sa il presidente Langella e noi di forza Italia siamo, ora come sempre, accanto alla squadra e alla sua dirigenza».

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