Angri, il mea culpa di Liquidato: «Ci siamo sciolti dopo il primo gol»

Il tecnico si assume le responsabilità: «Dobbiamo avere più rispetto per società e tifosi»

Mister Stefano Liquidato
Mister Stefano Liquidato
di Giuliano Pisciotta
Domenica 24 Marzo 2024, 13:36 - Ultimo agg. 16:02
2 Minuti di Lettura

Stefano Liquidato si assume tutte le responsabilità della pesante sconfitta subita dall’Angri in casa del Nardò. Ammette di non esser riuscito «a trasmettere ai ragazzi quello che avevo trasmesso loro prima delle partite con Altamura e Casarano. Ma quando si subiscono due gol simili è naturale che venga a mancare tutto quello che si prepara in settimana».

L’allenatore grigiorosso fa però una puntualizzazione importante: «Non ho sbagliato sul piano tattico, ma solo a non motivare abbastanza i calciatori.

Questa è una squadra che si scioglie come neve al sole se non viene adeguatamente motivata e infatti dopo il primo gol ci siamo consegnati all’avversario. Se andremo in campo così in futuro perderemo tante partite. Mi assumo tutte le responsabilità, ma al chiuso degli spogliatoi mi sono già fatto sentire con i miei calciatori».

Nella ripresa, a risultato acquisito, mister Liquidato ha badato a non perdere uomini in vista della gara infrasettimanale contro il Martina. «Per me la partita era finita e ho pensato di togliere dal campo i diffidati visto che giovedì ci attende un’altra battaglia. Ma affrontarla così come fatto con il Nardò ci porterebbe a perderla senza combattere».

Testa alla partita di giovedì, tra le mura amiche di un Pasquale Novi che vedrà presenti i supporters grigiorossi visto l’accoglimento del ricorso del club. Ma Liquidato chiede ai suoi «sudore, sangue e attributi. Solo così possiamo salvarci. Lo dobbiamo per rispetto verso la società e verso tutti quei tifosi che sono si sono sobbarcati ore di viaggio, mangiando magari solo un panino, per poterci portare adeguato sostegno. In squadra ho calciatori importanti, c'è chi ha giocato in Serie C e in Serie B e queste prestazioni non possono permettersi di farle».

© RIPRODUZIONE RISERVATA